In fondo l’amicizia credo sia questa.
Ritrovarsi e sentire che è cambiato tutto e non è cambiato niente. Ti diranno che l’amicizia non esiste. Che è roba da poveri. Che è prerogativa dei bisognosi. Il bisogno.
Ma invece. Invece l’amicizia esiste. Basta solo rendersene conto.
Allora questa sera mi sono trovata con alcuni amici. Quelli di anni fa. Quelli che sì ok ti senti, ci vediamo, facciamo, brighiamo e poi non ci si trova mai. Sì ok c’abbiamo anche un gruppo su Whatsapp che si chiama “Chi l’Ha vista”, che mica avevo capito era rivolto a me. Troppi impegni. Mille cose. Mille accadimenti. Vite diverse. Ognuna prende il suo corso. Ci si stacca. Ci si divide. Ci si riattacca. Ci si riallaccia. L’amicizia corre su binari di rette parallele, che si incrociano, si allontanano e poi si rincrociano. Un po’ come l’amore.
Perché con chi hai condiviso tutto, anche le pisciate negli alberghi di notte, anche le sbronze alle tre del mattino quando fuori nevica e al di là della finestra ci sta Roma che ti aspetta, ecco, impossibile dimenticare. Impossibile. Impossibile fingersi estranei. Ci sono cose che ti rimarranno dentro sempre. E che ti faranno sentire fiero. E sono quelle cose che fanno parte di te. Che ti hanno formato. Che ti hanno contagiato. Sono quelle cose che appena ti rivedrai con queste persone sentirai di esserti aperta al mondo. Di aver donato. Di aver dato. Di aver ricevuto. Di aver avuto. Di aver trasmesso. Di aver recepito. Sentirai che quelle persone sanno tutto di te senza che tu dica niente. Capiscono tutto da un singolo sguardo. Dal tono di voce. Da se mescoli il cucchiaino nel caffè in senso contrario. Sentirai che quelle persone sapranno ogni singolo tuo difetto, anche quello che ti sta sul cazzo, e sapranno fartelo piacere. A volte perfino amare. Sentirai che quelle persone sapranno quante volte vai al bagno, quante volte metti lo zucchero nel caffè, quante volte scaldi la roba nel piatto perché ti fermi a parlare e non mangi e il mangiare si raffredda e mangi freddo e allora per non mangiare freddo riscaldi. Sentirai che quelle persone sapranno che il colore del perizoma non sempre corrisponde al colore del reggiseno e te ne fotti. Sentirai che quelle persone ti ameranno per come sei. Che ti guarderanno dritte negli occhi come a dirti che ci sono. Sempre. Ogni volta. Costantemente. Sentirai che quelle persone sapranno tutto di te. Anche quello che tu non sai. Anche quello che non sapevi di avere. Perché poi ne sono passati di anni. Oh sì.
Sono passate le nottate in discoteca. Le sbronze fino a dire basta. Le vomitate nei parcheggi. L’alcol quando ancora si digeriva. I balli fino a notte tarda. Le code per entrare in discoteca. I cappotti lasciati dentro in macchina, quando fuori c’erano meno cinque gradi, perché così eri più figa e non pagavi il guardaroba. Le sballate fino a mattina. I panini consumati sul ciglio di un’autostrada con le calze rotte e le ciglia sbattute. I lunghi viaggi verso la capitale. Le serate d’estate. Le grigliate. Gli ossetti lanciati per aria lungo le tavolate in mezzo ai colli. Le pattinate sul ghiaccio a gennaio. Le sbronze di birra. Le olive ascolane per colazione. La vodka di notte. Le cantate in autobus. Le sfuriate con quell’insegnante di danza che vi ha fatto conoscere. Le pizze dopo gli allenamenti. Le sigarette fumate a nastro sul marciapiede di una palestra. Gli aperitivi lunghi. Quelli belli. Quelli che dopo volevi mangiare cinese ma il cinese non ci stava. E poi.
Poi le nottate sopra i libri. Le camminate verso l’università. I film alle quattro di notte. Le lunghe chiacchierate filosofiche. Le gite in montagna, la diga del Vajont. Le spiegazioni a tavolino. Le scorpacciate di gelato. I balli in prato della Valle. L’assenzio consumato dove si poteva. Il narghilè fumato in mezzo ai cuscini.
E così guardarsi attorno e scoprire che tutto e che nulla è cambiato. Che sei sempre tu. Che siete sempre voi. Che non fai più le nottate. Che non fai più le otto del mattino. Che non vomiti più sul ciglio di un’autostrada. Scoprire che le vite sono diverse. Che gli impegni hanno preso il sopravvento. Ma nonostante tutto. Nonostante tutto guardarsi negli occhi e rivedere la stessa luce. Quella di una volta. Quella di quando urlavi in mezzo al piazzale della discoteca per dire al mondo che eri contenta. Perché in fondo, in fondo credo sia questa l’amicizia: guardarsi negli occhi e scoprire che è cambiato tutto. E che non è cambiato niente.
#sbetti