Gianluca Salviato “Piango per Dacca, io non perdono più”

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Gianluca Salviato è stato rapito in Libia il 22 marzo 2014.  Sequestrato una mattina finché era in viaggio verso Tobruk da dei miliziani di Ansar Al Sharia, una costola di Al Qaeda. Un kalashnikov alla tempia, la cattura in auto e da lì la sua vita è cambiata. E’ stato tenuto prigioniero dai terroristi islamici per 243 giorni. Una notte lunga otto mesi e tre giorni.
Torturato, picchiato, costretto ad andare al bagno con il guinzaglio, legato con i polsi e le caviglie dietro la schiena, ha tenuto la conta dei suoi giorni di prigionia con un bastoncino. Con i suoi rapitori ha più volte tentato di parlare durante il sequestro, ma non ci è mai riuscito. L’altro giorno ha assistito alla diretta del rientro a Ciampino, delle salme dei nove, anzi dieci, italiani uccisi a ‪#‎Dacca‬.
Ha pianto con la moglie e ha soffocato l’urlo che gli usciva dal petto. Le parole in un lungo post in Facebook gli sono uscite dal petto come massi. Sputate come sassi. Parole che vogliono esplodere ma che sembrano non bastare.

E quell’urlo ora è riportato qui nella nostra intervista rilasciata a Il Giornale, 10 luglio 2016

 

«Ho sentito l’odore del dolore. Un dolore indefinito. Pungente che ti entra nell’anima e la sconvolge, ho visto le lacrime sul volto di quelle persone.

Ho visto la dignità nel dolore ma non ho provato pietà o pena. Ho provato rabbia. Una rabbia feroce che mi ha fatto crescere un urlo nel petto. L’ ho soffocato e sono affiorate le lacrime, amare, acide. Non perdono. Ho deciso che non perdono più. Ho deciso che non voglio più comprendere. Ho deciso di non tollerare più. Un essere umano che ha fede non uccide, non sgozza, non fa esplodere bombe. C’è un seme impiantato nell’islam che si chiama odio, verso tutto quello che è diverso. Un’erba cattiva che va estirpata».

Leggi l’intervista…

http://www.ilgiornale.it/news/politica/piango-dacca-basta-perdono-1281916.html