Come se la cultura non potesse avere o non meritasse uno spazio.

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Ebook un grande boom. Il dito che scorre lento, arriva giù in fondo alla pagina, clicca e poi torna su. Sembra un flipper ma non lo è. E’ la nuova modalità di lettura.

Giornali, quotidiani, libri, riviste, romanzi, manuali; tutto ormai passa tramite uno schermo dove impresso c’è l’inchiostro elettronico.

Addio pagine di carta con fiumi di nero che colorano le mani di grigio, addio allo scrosciare della carta tra le dita, addio al libro con un corpo e un’ anima. Il boom degli ebook sta sfornando nel mondo numerosi fruitori del mercato digitale. Tablettisti, appisti, kindlelisti, e chi più ne ha più ne metta.

Ma se questo exploit che a giugno 2013 – fonte La Stampa – vedeva in soli sei mesi raddoppiare i titoli degli ebook disponibili ( con l’8,3 % dei titoli in commercio); ad agosto 2014 assisteva a un brusco rallentamento. Colpa solo della crisi? O della voglia di riscoprire antiche tradizioni?

Secondo la Apple, il terzo trimestre del 2014, anche se ha registrato più vendite di iPhone e Mac, ha visto un forte calo in quelle di iPad, lo strumento usato proprio per leggere in formato digitale i nostri romanzi preferiti. Un declino più strutturale quindi, ma forse anche la sana voglia della riscoperta del mondo antico.

Un mondo fatto di comodini pieni di libri e profumi della carta appena stampata. Un mondo dove il libro era sempre disponibile e non bisognava caricarlo.

Un mondo dove potevi aprire la pagina, toccarla, leggerla e magari sottolineare quella riga che ti stava tanto a cuore. Un mondo dove ricordi perfino se una frase, una parola, una citazione era scritta a destra o a sinistra del libro, in alto o in basso. Adesso è tutto uguale. Non esiste più la pagina martoriata, strapazzata, quella su cui hai versato una lacrima perché ti ricordava il tuo first love; adesso le pagine le puoi spostare, farle scorrere, e anche sottolineare quella frase premendo le dita sullo schermo, ma se l’iPad si scarica bisogna ricaricarlo.

Cosa ne sarà di antiche librerie e scale piene di libri, se tutto, tutto, tutto, ma davvero tutto, finisce nelle pagine virtuali di freddi kindle? Cosa ne sarà delle biblioteche quando per avere un romanzo basta restarsene seduti in casa a far finta di sfogliare un tablet? I vantaggi infatti sono questi, si riducono gli spazi. Come se la cultura non potesse avere o non meritasse uno spazio.

Si possono leggere comodamente con la sola luce del display, non consumano carta, possono essere ripubblicati un miliardo di volte e non hanno costi di ristampa. E infatti i vantaggi economici sono proprio questi: se agli inizi di questa forma di lettura si andava dai 10 ai 12 euro a libro, nel 2013 la media era di 6, 7 euro a copia; oggi si può acquistare un libro anche a soli 1.99 cent. Un po’ come andare al supermercato del Lidl – nota l’assonanza con kindle – “da domani insalata di pollo a soli 1euro e 99 centesimi”. Per non parlare del rischio pirateria che come ogni file digitale è abbastanza elevato. I

Ma diciamocelo qua. Il solo vantaggio del mercato digitale forse sta nelle mani degli scrittori. Possono scrivere. Scrivere e scrivere. A più non posso. Possono cancellare, rimuovere, senza consumare fiumi di inchiostro, e pergamene di carta. Possono sempre modificare, e scrivere, scrivere, scrivere alla velocità della luce. Scrivono con le mani sulla tastiera e con le dita sui tablet che strimpellano sui tasti, Con i polpastrelli che fanno male perché i pensieri scorrono più forte delle mani, più forti delle dita, più forte delle parole e tutto deve essere molto veloce.

Per il lettore però non è così. La lettura richiede la dovuta calma, lentezza, la dovuta attenzione. Siamo sicuri che con un tablet questo avvenga?

S.Bett

La Grande Bellezza. Noale, 12 aprile 2015

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Le auto oltre il passaggio a livello di Noale e così fino ai confini con il comune salese. Questo lo scenario per chi domenica, 12 aprile, si trovava a dover percorrere la regionale 515. Successo qualcosa? Si, il pienone per la 36esima edizione della manifestazione Noale in Fiore, organizzata dalla Pro Loco. Un evento che da oltre 36 anni coinvolge grandi e piccini, adulti e passeggini, bambini, nonne, giovani e anziani. Appassionati o no di pollice verde. Giardini allestiti in piazza Castello e aiuole curate nei minimi dettagli dai più bravi mastri giardinieri. In tanti anche quest’anno e per divertirsi c’era davvero l’imbarazzo della scelta. Dall’antica giostra dei cavalli in piazzetta del Maistro ai fiori e alle composizioni floreali allestite in tutti i locali e negozi. Dal risotto assaporato in Rocca medievale all’arte che sboccia da tutti i pori. Quadri, dipinti e concorsi letterari. Poi ancora la via delle erbe con i saponi di un’azienda bellunese che ancora li crea come erano una volta: dei panetti naturali fatti con i fiori, con le foglie e con i frutti intarsiati e mescolati. Il tutto compresso assieme. Il segreto sta però nel non lasciare bagnato il sapone una volta utilizzato, altrimenti questo si scioglie. E poi ancora, i giochi artigianali, il nonnino cantastorie e gli assaggi di birra, cicchetti e liquorini. E per le donne: la via delle creme, balsami, shampoo e prodotti artiginali. E poi le band. Ogni piazza la sua band. Da piazza Castello dove i Muppets Cover Band hanno fatto ballare tutti, sotto la pioggia di ombrelli allestita lungo la corsia centrale della piazza.

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La bellissima interpretazione della cantante noalese della Santafè Band con la sua voce fantastica che risuonava sotto la Torre delle Campane. Insomma un pienone di divertimento, fantasia e fiori.

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E per chi non era ancora soddisfatto? La mongolfiera nei giardini di Via Vecellio. Un fantastico pallone bianco dove tutti potevano salire e farci un giro accompagnati ovviamente dalla ditta di mongolfiere contattata, la Charbonnier Mongolfiere di Aosta. Uno scatto al motore quindi, la fiamma che si accende, l’aria che spinge il velivolo contro l’alto e la mongolfiera che si alza. Una cosa bellissima ma la cosa ancor più bella che forse in molti non sanno è che quella mongolfiera, proprio quella mongolfiera è la stessa con cui Sorrentino ha girato il suo film: “La Grande Bellezza”. Di una bellezza inaudita.

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Serenella Bettin

Sognare ci è concesso

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Ma io non mi intimorisco. Il giornalismo come lo intendo io non è fatto di comunicati stampa, di copia e incolla, di notizie fasulle, di verità comprate, di grosse bugie, di notizie fatte per cospargere d’oro chi non se lo merita, o di titoloni fatti per sbattere in prima pagina chi non ne ha colpa. No, il giornalismo come lo intendo io è fatto di punti da unire, di verità da cercare, di malcontenti da sollevare e di storie vere da raccontare. E’ il giornalismo del popolo, quello della strada, quello che per capire devi poter essere come loro, come noi. Quello che dà voce a chi altrimenti voce non ne avrebbe e fa venire a galla quello che si vorrebbe celare. Questo è il giornalismo come lo intendo io. Il giornalismo di strada. Un giornalismo che scava, che colpisce e che informa. Un giornalismo che cerca un punto luce dove questa è oscurata dal buio. Un sogno? Non lo so. Ma sognare ci è concesso.

#sbetti

Quando il dolore di oggi è la forza del tuo domani. Intervista all’atleta Alice Pamio. “Ora voliamo ai Mondiali”.

11034177_342418615966269_4530061998942475067_nL’accento già romano, la voce di chi si è già ambientato bene, e l’animo da guerrigliera, quello di Alice Pamio, 17 anni, pallavolista della nazionale italiana under 18, nativa di Camposampiero nel padovano ma residente a Scorzè. É appena rientrata dai Campionati europei di categoria svoltisi in Bulgaria dal 28 marzo al 5 aprile, gara dove l’Italia si è classificata 5. e ora ad agosto vola ai Mondiali in Perù. Legatissima alla famiglia che va a trovarla quasi ogni settimana, Alice da quasi un anno vive a Roma, e a portarla nella capitale la sua più grande passione: la pallavolo. Con in mano il pallone fin da bambina, Alice comincia questa disciplina a 7 anni, con la micro volley, un avviamento alla pallavolo. Ancora è tutto a livello amatoriale ma a 12 anni cominciano le prime gare dove Alice inizia a dare il meglio di sé. La sua prima squadra è stata la Libertas Scorzè. Poi due anni fa, si trasferisce per un anno a Bassano del Grappa nel vicentino per giocare con la Bruel Volley Bassano. Alice è sempre più brava, si allena tantissimo perché crede che il dolore che senti oggi sia la forza del tuo domani. E infatti la forza arriva quando dopo il Torneo Internazionale delle 8 Nazioni, tenutosi dal 7 al 17 luglio 2014, per formare il gruppo prejuniores delle nazionali, viene contattata dalla Volleyrò Casal De’ Pazzi di Roma e qui infatti vi si trasferisce. É il 24 agosto 2014 e per Alice inizia la vita in una nuova grande città: scuola al mattino, lei frequenta il 3. anno dell’ istituto tecnico per il turismo, allenamenti al pomeriggio, seduta pesi prima e dopo l’allenamento e studio alla sera o quando torna a casa da scuola se non è troppo stanca. Vive assieme alle sue compagne di squadra, per il mangiare la società si appoggia a una ditta di catering che fornisce loro il cibo e sono completamente seguite da una tata; tanto è infatti il tempo che dedicano a questo sport, loro fonte di vita. Una vita piena di sforzi e di sacrifici ma anche di tante soddisfazioni. “Mi piace la scelta che ho fatto – dice Alice – tempo libero non ne ho molto ma riesco a conciliare la scuola e lo sport. In più a Roma mi trovo bene, le mie compagne di squadra mi hanno fatto sentire subito a casa, ma quando torno a Scorzè non perdo occasione per vedermi con i miei amici e anche con quelli di Bassano. Per ora il mio futuro è qui e ora puntiamo al mondiale”. Allora in bocca al lupo “ma – risponde Alice – non si dice crepi, ma che il lupo ci protegga”.
Serenella Bettin

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e infatti… dopo 5 mesi il lupo ha fatto il suo dovere…

“Ora puntiamo al mondiale”, aveva detto la Pamio ancora lo scorso aprile.

Un mondiale che è arrivato e che si è concluso con l’apoteosi della felicità domenica 16 agosto.

“Non ci credo non ci credo. Ed è un sogno che diventa realtà”, così racconta l’oro ai Mondiali la pallavolista.

Sta vivendo uno dei più grandi traguardi della Nazionale femminile under 18 di pallavolo, laureatasi campione del mondo a Lima in Perù dopo la vittoria di 3-0 contro gli Stati Uniti.

“E’ un sogno che diventa realtà – dice la Pamio – dopo anni e anni che lavoriamo in palestra, non immaginavamo di arrivare a questo punto. Con un filo di voce cerco di raccontare delle emozioni che non riesco a raccontare. É tutto troppo bello per essere vero. Non ci credo, non ci sto credendo”.

É incredula la Pamio, quel misto tra l’incredulità e la felicità assoluta perché la vittoria è davvero grande. Per l’ Italia in questa categoria, quella delle azzurrine di Marco Mencarelli è la prima storica medaglia d’oro in un Mondiale.

“Durante tutto il campionato – dice la Pamio – abbiamo imposto il nostro gioco a tutti gli avversari e non ce n’è stato per nessuno a eccezione di 2 set persi, uno contro la Serbia e uno contro la Turchia. Per il resto abbiamo vinto tutte le partite 3 – 0. Tutti trentelli. Siamo soddisfatte del risultato, il percorso è stato sempre in crescendo e anche il nostro allenatore si è complimentato con noi perché l’obiettivo era questo”.

Lacrime di gioia quindi e commenti sulla sua pagina Facebook, anche dai compaesani che arrivano da ogni dove con tanto di cerimonia in suo onore, dove la Pamio si presenta alta, bella e atletica.

É appena rientrata trionfante con la sua squadra da Lima. Una vittoria piena di sacrifici per questa ragazza dal sorriso splendente e gli occhi energici. Entra nella sala consiliare, al suono dell’ Inno d’ Italia, vestendo la maglia azzurra. In tanti ad aspettarla, amici, parenti, genitori, nonni, amministratori e cittadini di Scorzè, fieri della loro campionessa.

“Che sia un esempio per molte ragazze – dice il presidente dell’ associazione Libertas di Scorzè, Mario Pollon, dove la Pamio ha cominciato a 7 anni – Alice ha fatto questa scelta di vita, sacrificandosi, lasciando amici, familiari e dedicandosi solo alla pallavolo”.

“Ciò che tu insegni a noi – ribadisce il sindaco Giovanni Battista Mestriner – è un messaggio che un po’ si è perso e cioè che gli obiettivi si raggiungono con il sacrificio”. Applausi quindi per la campionessa ancora incredula.

“Non riesco neanche a parlare – dice l’atleta – sono troppo emozionata. Voglio ringraziare tutte le persone che mi hanno seguito e che, anche solo con il pensiero, hanno creduto in me e mi hanno permesso di raggiungere un risultato così grande, anche se questo è un sogno”. Umile la Pamio, con i piedi ben saldi a terra. Per il comune e per la comunità di Scorzè ha fatto incorniciare una maglia, la numero 10, da appendere nel palazzo comunale. L’amministrazione l’ha omaggiata con un mazzo di fiori e con una targa. “Grazie – dice il sindaco – perché sei un esempio per tutti noi”.

Alice Pamio ha cominciato ad avvicinarsi alla pallavolo a 7 anni, due anni fa migra a Bassano del Grappa e giusto l’anno scorso viene contattata dalla Volleyrò Casal De Pazzi di Roma. Giudicata la miglior attaccante del Torneo Internazionale delle 8 Nazioni, da qui comincia un sogno che l’ha portata in cima alla vetta. 

S.bett