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Cercasi camerieri: ma gli annunci sono da fame

Qualche settimana fa passavo lungo la via Bafile di Jesolo, una delle vie piu lunghe d’Europa con alberghi locali negozi ristoranti, e non ho potuto fare a meno di notare come ogni due metri ci fosse un cartello con scritto “Cercasi personale”. Ve ne posto qui solo alcuni, perché in realtà ce ne sarebbero molti altri.
Così dopo qualche giorno ho provato a chiamare rispondendo ad alcuni annunci e vi giuro, dinanzi alle offerte, mi sarei levata le palle, che non ho.
Uno mi ha proposto una prova con un contributo, un piccolo rimborso spese, senza vitto manco alloggio, e un “se sei brava, magari investiamo su di te”.
Un altro mi ha detto che avrei dovuto lasciare il mio curriculum, e che l’orario di lavoro andava dalle otto del mattino, a oltranza – qui sai – questo lavoro è così – non puoi tenere famiglia -. La paga? 1500 euro al mese. Il costo dell’affitto? A mio carico ovviamente.
Un altro ancora mi ha detto che intanto cominciavamo, in nero si intende, e che per il prezzo eravamo “intorno” – dico intorno – intorno a cosa? Imbecille. Ecco intorno ai 6 – 7 euro, ma che “ci possiamo venire incontro”. Solo una, di quelli chiamati, mi ha risposto che era tutto regolare tramite contratto.
Così sono andata a parlare con dei titolari che conosco e mi hanno detto che sì, effettivamente loro non trovano personale nemmeno quest’anno. Uno che prende la tizia e la tizia non si presenta. Un altro che dice che si presentano tutti svampite. Un altro ancora che ha problemi perché qualsiasi giovane a cui fa il colloquio, dopo un po’ gli chiede: “Scusi ma il fine settimana sono libero?”. La verità è che, non me ne vogliano gli onesti (perché ce ne sono!), in questo mondo della ristorazione, c’è ancora tanta merda in giro. Di gente non ancora strutturatache tira a campare pretendendo di fottere gli altri. Perché va bene la gavetta, quella l’ho fatta pure io, ma i giovani fortunatamente si sono svegliati e non rinunciano ai propri sogni per soddisfare quelli degli altri.
Non si può far lavorare un ragazzo sette giorni su sette, 15 ore al giorno, e pagarlo 1200 euro al mese. Così come non si possono pagare i camerieri 5 euro l’ora. Così come non si possono prendere per il culo bengalesi e indiani (perché tanto non parlano l’italiano e poverini hanno bisogno) e metterli a spazzare le scale o a pulire i cessi in notturna dandogli sempre 6 euro l’ora. Perché basta. Insomma. È ora di finirla. Anche perché voglio dire, mi pare che bar e ristoranti si facciano pagare. L’altro giorno a Venezia sono entrata in un bar, perché dovevo fare la mia classica pipì, e un caffè, manco in centro, l’ho pagato 4 euro. Quando ho guardato la titolare e le ho fatto capire che avrei gradito lo scontrino, questa mi ha perfino guardato male. Un primo, in un ristorante del menga, costa 36 euro. Una colazione in un bar marcio di un paese costa 13 euro. E poi se chiedi di venirti a pulire i tavolini, i “dipendenti” – alcuni non saranno manco in regola – storcono pure il naso. Ma tanto son pagati talmente poco che i tavolini io li farei leccare ai loro titolari. Anche perché hanno aumentato tutti. Tutti. Chi il caffè. Chi la pizza. Chi ti porta 4 verdure in croce – giuro mi è successo in centro a Treviso – e te le mette in conto 6 euro, e quando chiedi se son fatte di oro, ti rispondono che “non possiamo farci niente, verdura e frutta poi, hanno aumentato tutto”. È per questo che mi incazzo quando leggo storie come quella di oggi, dove a Pordenone una tizia sono 20 anni che lavora in cucina e da 20 anni viene pagata 4 euro l’ora. Vergognatevi. Ma poi mi raccomando. Poi riempitevi la bocca. Poi continuate a dire: “I gggiovani non vogliono lavorare”. No i giovani si son svegliati. Non sono di certo coglioni come chi li sfrutta.

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