Andate in pace

La messa è finita. Andate in pace.
Rendiamo grazie a.
Zitti per carità. Non parlate. Non dite niente. State zitti. Nessun grazie a Dio. Nessun segno della croce. Nessun amen. Nessun pollice sul mento. Nessuna elemosina. Nessun tormento da confessare. Solo all’aria aperta. Nessun canto. Nessun’ ostia. A Vicenza si sono inventati lo spara ostie. Praticamente un marchingegno che ti punta dritta l’ostia anziché fartela ingoiare in bocca dal parroco.
Nessun ostia insomma. Nessuno scambio della pace. La pace sia con Voi.
Con Noi. La pace sia con tutti.
Allora scusate.
Tra le varie regole, dettate dai professoroni espertoni delle 284 task force, che dovremmo seguire a partire da lunedì, mi chiedo chi mai avrà la maniacalità di impararle tutte quante e riuscire a metterle in pratica nell’esatto istante in cui devono essere applicate, anzi meglio un minuto prima perché 50 secondi dopo potrebbe essere già troppo tardi. Perché a volte basta il buon senso forse. Insomma le regole fanno così.
Praticamente una corsa a ostacoli, dove se sbagli sei fottuto, una specie di campo minato, di quei percorsi a raggi infrarossi dove c’è la donna vestita di nero che tenta di non far scattare gli allarmi di qualche museo. Per quanto riguarda il mare addio ai carnai puttanai e ingorghi odorosi e sudosi sotto il sole nell’attesa di un bicchiere di ghiaccio che paghi la bellezza di dieci euro e cinquanta. Niente consumazioni al banco. Al vostro ingresso allo stabilimento balneare ci sarà un Covid manager che vi guiderà verso la triste corsa a ostacoli. Si accerterà che poggiate il culo sullo sdraio e da lì non vi dovrete più muovere fino alle sette di sera. Potete fare le lucertole. Cioè a seconda di come ruota il sole le donne possono girare il sedere.
A Venezia poi, il patriarca Moraglia invece ha dettato regole ferree per la riprese delle messe. I fedeli dovranno stare distanti un metro. E fin qui tutto ok. Ogni fedele dovrà indossare la mascherina. Ok. In chiesa si entra da una parte e si esce dall’altra. Bollini ai banchi per far vedere quelli dove puoi poggiare il culo e quelli invece dove non ti puoi sedere sennò salti per aria. Niente acqua sulle acque santiere. Niente libri dei canti. Niente coro. Si sta tutti zitti muti. Vietato quasi pregare. Niente confessionale. Se proprio hai tradito il marito prendi il parroco e glielo dici all’aperto. Che tanto non cambia un cazzo. Sempre le corna tuo marito porta.
Niente strette di mano. Altro che scambiatevi un segno di pace. Scambiatevi uno sguardo. Nemmeno. Tutti giù. Testa bassa. Non respirate. Solo il parroco può dire messa. I fedeli stanno ad ascoltare. Niente tende. Porte aperte. Disinfettare i microfoni. Ovviamente.
La messa non ha inizio se non ci stanno alle porte i controllori. Due specie di steward che controllano chi entra e chi esce.
Idem per ristoranti e bar. Distanziamento di quattro metri. Pure cinque. Entri con la mascherina. E fin qui ok. Niente menù alla carta. Ci si siede al tavolo. In uno slalom di guanti disinfettanti mascherine sedili sanificati santificati sacchi ai piedi. Plexiglas davanti a tua moglie con cui hai dormito la sera prima in un turbine di ormoni messi in quarantena. Poi ancora si va in bagno. Uno alla volta. Ci si lava le mani. Ci si disinfetta. Addio coppiette che trombano nei bagni. Si torna al proprio posto. Addio aperitivi ai banchi. Finalmente meno maiali in circolazione. Si fa attenzione che al vicino non vada di traverso uno stuzzichino ed esploda in un concerto di tosse e scatarramento, si sta attendi a dove si mette i piedi, le mani, si sta in silenzio, non si ride, non si scherza.
Quando si va via si paga senza contatto, solo con carta, il cappotto se andremo avanti con l’epidemia sarà avvolto in un sacco di nylon che verrà prontamente restituito al proprietario e sarà la stessa cosa se andate a farvi i capelli o le unghie dei piedi.
Niente più cappotti da macchine in seconda fila, zaini, zainetti, borse lanciate e lasciate per terra. Tutto dovrà essere repertato come al Ris e appositamente custodito in un sacchetto di nylon. Poi se state sotto al phon e volete parlare, vietato con i bigodini in testa farsi i cazzi degli altri.
Per una volta sarete costretti a farvi i vostri.
E allora sì andate in pace.
Amen.
#sbetti
#Coronavirus
#Storie2020