“Dialogo serrato con i talebani”, Conte era meglio se stava zitto

Non ho capito se quando li arruolano nel Movimento Cinque Stelle li facciano diventare idioti o cosa. Questi secondo Conte, sono quelli con cui l’Italia e il mondo intero dovrebbero cercare un “dialogo”. “Serrato” mi raccomando.
Le immagini arrivano da una giornalista iraniana. Cioè uno si trova con i talebani in casa, sul tetto, armati di Kalashnikov, con rastrellamenti e torture a nastro e l’Italia dovrebbe cercare un modo per dialogare con loro.
Magari offrendo loro cappuccino e biscotti tanto per addolcite gli animi.
Forse Conte non sa chi sono i talebani. Non sa cosa sia la Sharia. Non sa chi siano i terroristi. Forse crede ancora che i talebani siano buoni. Caritatevoli. Altruisti.
Che abbiano degli occhi di riguardo per le donne. Magari crede ancora nelle favole. A Babbo Natale. All’orso che è morto per il freddo.
Viene da pensare che prima di diventare premier non abbia nemmeno mai letto un giornale. Forse non era nemmeno presente l’11 settembre. La giornalista scrive su Twitter: “Per coloro che credono a ciò che il portavoce dei talebani ha dichiarato sul rispetto dei diritti umani, guardate questo: è accaduto mercoledì 17 agosto. Stanno passando casa per casa e arrestano le persone. Molte persone in Afghanistan che hanno lavorato per il Governo, ora vivono nella paura”. Secondo Conte invece tutto ok. “Dobbiamo coltivare un dialogo serrato – ha detto – con il nuovo regime talebano che appare, almeno a parole, su un atteggiamento abbastanza distensivo”. Distensivo? Secondo Conte salire sopra i tetti, entrare dentro le case, colpire chi ha lavorato con gli occidentali, cancellare le immagini delle donne dalle pareti, assassinare la gente, fare la lista delle single e delle vergini (fanno anche quella), e respingere la gente a suon di kalashnikov, è assumere un atteggiamento distensivo.
Mi chiedo cosa avrebbero dovuto fare per essere giudicati ribelli, forse lanciare qualche mina nucleare. Poi però Conte non contento, ha anche corretto il tiro.
Cioè lui non intendeva dire che dobbiamo cercare un dialogo serrato ma che tutta la comunità internazionale debba esprimere una compatta pressione sui talebani affinché siano costretti ad accettare condizioni e garanzie per i diritti della popolazione. Anzi, conscio forse di avere fatto una figura tapina, quando ormai era troppo tardi ha inveito contro chi, secondo lui, ha strumentalizzato queste parole e ha tuonato:
“Di fronte al disastro umanitario che è in corso in Afghanistan, dove sono in pericolo i più elementari diritti fondamentali, è vergognoso che in Italia ci sia chi gioca a strumentalizzare fatti e dichiarazioni per biechi fini di polemica politica”.
Già. Era meglio se stava zitto.

#sbetti

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