Conviene rimboccarsi le maniche e andare avanti

Sono rimasta molto perplessa dalle polemiche sorte sui test fai da te.
Il Veneto da regione più contagiata che era a inizio epidemia ancora resiste ed è in zona gialla. Avevano detto che erano dei pazzi perché facevano i test rapidi, i test sierologici e ora i test fai da te, ma dati alla mano, nonostante qualche buon tempone perda tempo per far uscire il fiato, il Veneto si sta salvando.
Ma sono rimasta perplessa e anche un po’ amareggiata, perché le polemiche vengono da professionisti e politici mestieranti galoppanti, molto più bravi ad attaccare che a rispondere, soprattutto quando vedono che sul banco delle televisioni non ci sono loro.
Anche perché non si capisce perché dobbiamo sempre piegare la testa e calare le braghe anziché provare a risolverle le cose.
Sembra ci sia questa continua voglia di creare panico, terrore, terrorismo, paura, ansia, angoscia. Dovete stare zitti. Non respirate. Non dovete lavorare. Dovete spendere tanto, solo su Amazon. Dovete stare a casa. Non dovete fiatare. Fate il Natale su Skype. Zoom. Teams. State zitti.
Ogni qual volta c’è un problema o una questione da risolvere la maggior parte della gente anziché rimboccarsi le maniche, critica e si lamenta senza fare niente.
Queste sono quelle persone che pretenderebbero di tirare giù nel burrone tutti gli altri. Infondendo una certa dose di energia negativa che di questi tempi sinceramente non ne abbiamo bisogno. Negativo deve essere solo il tampone. Sembra ci sia questa voglia di dimostrare che deve andare tutto di merda. Quasi si gioisce.
Ecco vedete! Sono aumentati i contagi. Siete delle merde perché avete 17 anni e andate a limonare al parco. Perché i grandi mica se lo ricordano di essere stati ragazzini pure loro. No. Da grandi spaccano i coglioni perché si accorgono che sono grandi e hanno perso la loro capacità di sognare.
I grandi dicono ai grandi che sono degli esseri che non meritano rispetto. Inaffidabili. Stronzi. Nemmeno degni. Un giorno in amico mi ha detto che chi non lavora ha la sua solidarietà. Gli ho risposto che la solidarietà se la mettono nel sedere i commercianti. Gli imprenditori. Quando non mangi il sedere è tuo. Quando la sera non tornano i conti e devi pagare i dipendenti il culo è il tuo. E mio Dio sei indietro con l’affitto. E le tasse da pagare. E i fornitori. E il pane. Il latte. La carta igienica. L’igienizzate. Il culo è il tuo. Tuo e di quello degli altri a cui devi dare da mangiare.
Allora io sinceramente mi sento fiera di appartenere a un territorio che le cose, anziché piangersi addosso, prova a risolverle. A districarle. A studiarle. A fare squadra. A sentirsi parte di un ingranaggio. Che prova a darsi da fare, a trovare una soluzione, che non sta lì ad aspettare le elemosine dello stato e che prova con tutti i mezzi a tamponarci tutti, a togliere i malati, a diminuire i ricoveri.
Mi sento fiera perché sono cresciuta con la mentalità imprenditoriale di chi non si piange addosso e pensa che se si è fatta Venezia in mezzo all’acqua allora si può fare tutto.
Sì mi sento fiera. E mi sento molto più fiera di chi invece deve sempre controbattere. Di chi anziché costruire ce la mette tutta per distruggere.
Di chi prova gioia nel sapere che andrà tutto allo sfascio, perché sfigati come sono, la gente si fa forte sulle disgrazie degli altri.
Però vedete. C’è un passaggio che avete dimenticato. Ed è quello che nella vita un bel giorno si cresce. Non funziona più che se tutta la classe ha preso 3, allora sei meno sfigato. Nella vita si resta coglioni lo stesso.

#sbetti

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