
C’è un posto nel mondo dove il vino nasce cresce culla fermenta deposita sottoterra. Qui. Nelle vecchie trincee della Guerra. Qui il vino viene custodito in botti, bottiglie, damigiane, piccole, medie, grandi. Qui ci stanno anche le riserve per la Presidenza del Consiglio.
Alla trincea si accede percorrendo un parco. Ci si intrufola dentro a un tunnel sotterraneo e si sbuca dall’altra parte. Come fosse un film. Come le cronache di Narnia.
Una volta sbucati dall’altra parte, ci sta una villa, che è una villa bella, maestosa, elegante, signorile, aggraziata. Ed è la Villa Sandi di Giancarlo Moretti Polegato. Una villa palladiana del 1622, che sta a Crocetta del Montello, immersa tra i filari di vigneti colorati e sfondi di colline che col sole e le stagioni cambiano colore. Sono le colline del Valdobbiadene Prosecco. Una villa, polo del mondo del vino, la cui arte qui si tramanda di generazione in generazione. Sono arrivati alla terza.
Poi, salendo le scalinate come fossi una principessa, passando sul retro come fossi una giornalista curiosa, ecco si accede a delle sale immense, belle, ampie, spaziose, luminose. Qui grandi banchetti venivano preparati, ancora si vedono riflesse nello specchio, se te le immagini, le donne vestite di corpetti e reggipetti e crinolina che danzano e ballano e bevono vino elegantemente con i guanti porpora che profumano di seta. Un sorso e via.
Poi. Poi scendendo. Lasciandosi condurre, si accede alle trincee. Qui ci sta il vino. Buono. In antiche e vecchie botti. Qui ci stanno le cantine. Qui fa fresco. Si abbassa la testa. Si fa attenzione. È un labirinto ma il pavimento non fa piega… si percorrono viuzze, vicoli sotterranei, immaginari, alcuni senza luce, altri senza colore, altri fitti fitti al buio, altri invece con la luce ci puoi giocare… e godere di questo spettacolo magnifico…
La mia intervista a Moretti Polegato oggi sul #Giornale
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