Sono rimasta alquanto sbigottita dalle polemiche delle femministe

Corso addestramento per partire in aree di crisi – 9 reggimento Alpini L’Aquila

Sono rimasta alquanto sbigottita dalle polemiche delle femministe che hanno starnazzato questi giorni. Più che altro mi hanno colpito gli attacchi gratuiti come se piovesse.
Gli Alpini nel giro di 24 ore sono diventati “molestatori”, “pedofili”, “violentatori”, “putridi”, “schifosi”; un giornalista di Repubblica, riferendosi ai fatti di Rimini, ha usato questa espressione “una banda di vigliacchi con la penna senza onore”.
Io stessa per averli difesi ho ricevuto messaggi di ogni tipo: “venduta”, “zoccola”, “a te piace fartela toccare”, “dovresti vergognarti”, “sei una merda”, “ti auguro di passare quello che hanno passato quelle povere ragazze”, e non sto qui a tediarvi con una lunga sfilza di commenti.
Ma mi hanno colpito soprattutto perché più di qualcuno mi ha detto che odio le donne.
Io ho scritto un libro sulla violenza contro la donna. Ho assistito donne violentate sfregiate e maltrattate da mariti, ex mariti, compagni, ex compagni.
E in tutte queste storie ci sono sempre entrata in punta di piedi. Facendo mio il loro dolore.
Ma le femministe di oggi, quelle di Non Una di Meno, sono quelle che ti insultano se non la pensi come loro, sono quelle che ti discriminano violentemente se non sei dalla loro parte, sono quelle che scendono in piazza, come quella volta a Verona lanciando assorbenti in faccia ai poliziotti e gridando “Obietta, obietta, obietta su sta fregna”. Me le ricordo bene. Gallinavano tutte in coro e mostravano il culo. Quello allora va bene.
Le femministe di oggi sono quelle che le chiami per parlarci e manco mi rispondono. C’ho provato l’altro giorno.
Sono quelle che la questura le chiama per andare a denunciare, e manco si presentano. L’ho scritto oggi su Libero.
Sono quelle che si concedono il lusso di infangare un’intera categoria per qualche cafone rozzo animale che delinquentemente ha alzato le mani. Accade ovunque. Capita in discoteca. Capita alla festa della soppressa. Capita alla festa della birra.
Quando c’è da intervenire seriamente se ne stanno ben zitte. Vedi gli stupri in piazza a Milano.
E quando invece dovrebbero tirare fuori le palle fanno le vittime.
Ieri a Treviso un tizio mi ha “seguito”. Mi spostavo e lui si spostava. Mi sono seduta sui gradini del duomo e lui mi si è seduto accanto. A un certo punto gli sono andata incontro e gli ho chiesto che tipo di problemi avesse. Mi ha guardato col sorrisetto e se n’è andato. Le femministe sono quelle che “occhio a parlare male degli immigrati perché non sono tutti così!”. Giustamente. Vero. Mai detto il contrario. Ho più amici immigrati io che tutte loro.
Gli alpini però sì. Gli Alpini sono “molestatori”, “pedofili”, “violentatori”, “putridi”, “schifosi”.
Nel giro di 24 ore gli Alpini che si radunano da 93 anni sono stati denigrati alla peggiore categoria l’Italia. Lo stesso Matteo Salvini ha scritto “viva gli Alpini”, e la Boldrini gli è scannata contro.
Robe da matti. Razzisti col culo degli altri.
Ora. Scusate ma volevo esprimere un nota positiva verso questa categoria, che spiega anche il perché di questa mia foto.
Io con gli Alpini ci sono stata in caserma. Ho condiviso con loro bagni camere cucine.
A L’Aquila, al 9* reggimento Alpini, ho fatto il corso per giornalisti per andare in zone di crisi. Quello che poi mi ha condotto in Kosovo. E quando sono scesa dall’aereo tra le tante cose che ho palesato a mia madre, c’era anche la mia meraviglia del loro assoluto rispetto.
Mi sono sentita più rispettata dagli Alpini che altrove.
In 15 giorni di addestramento non ho ricevuto una sola menata sul culo. Un solo palpeggiamento, una sola lingua fuori posto o commento. La mattina ci si svegliava e si diceva buongiorno. E fino a che al bar del reggimento non entrava il più alto in grado non si cominciava a fare colazione.
Tutte cose ormai dimenticate.
Perché ora basta fare un po’ di cagnara su Facebook. Su Instagram. Basta scrivere qualche stupidaggine per avere un po’ di visibilità e infangare una categoria che non si è mai risparmiata. La Moretti, ieri, ha detto “chi minimizza è complice”. Mai minimizzato. Mai.
Ma il Bella Figa non è un reato. E se reati sono stati commessi qualcuno sarà punito.
La prossima volta che qualcuno vi si avvicina dategli un calcio nelle palle.
Visto che a scrivere nei social siete tanto brave.

#sbetti

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