Una manica di deficienti

Stiamo crescendo una manica di deficienti e non ce ne rendiamo conto. Allora a proposito di #bullismo. Oggi mi ferma una insegnante per strada e mi dice: “sai ho letto il tuo pezzo oggi su quella ragazza picchiata dal suo compagno di classe, nove anni…”.

“Già”, faccio io.

“Però sai – continua lei – adesso ti racconto questa. Allora la settimana scorsa eravamo in classe durante l’ora di ricreazione quando un bimbo si alza, si avvicina al compagno e gli tira un pugno perpendicolare alla testa, io rimango esterrefatta e subito grido Filippo (nome di fantasia) ma cosa stai facendo! Mi alzo e vado dal compagno che aveva ricevuto il pugno. Filippo mi dice che era solo un gioco e che praticamente su internet c’è scritto che se vuoi dimostrare di essere forte devi colpire il tuo compagno in testa e vince chi riceve più colpi e resiste di più”.

Un po’ come il “knockout”, il gioco degli adolescenti balordi americani, che nel 2015 aveva terrorizzato New York e il resto del Paese.

Così l’insegnante cosa fa. Chiama i genitori, siamo in una scuola elementare, e la mamma dice che sì. Che in effetti il figlio passa molto tempo su internet, guarda il tablet e poi la rete chissà dove ti porta.

Il tablet dice la madre è l’unico “gioco”che lo fa stare zitto e tranquillo.

E infatti. Te li vedi i bambini e i ragazzini di oggi. L’altro giorno uno, avrà avuto circa 14 anni, mentre camminava mi è venuto addosso, perché aveva lo sguardo fisso sull’iPhone. Voi pensate che abbia alzato il capo e chiesto scusa. Ma vanne.

Del resto se a Bolzano hanno messo i pali antibotte per riparare le persone che mentre camminano vanno a sbattere, capite come possiamo crescere solo una banda di coglioni.

Cioè la società che si adegua a questi comportamenti così pericolosi è letale.

E allora dicevo li vedi questi ragazzini. Questi bambini. Se hanno dai cinque ai 12 anni e la sera escono ancora con mammà e papà, i genitori li siedono sul tavolo, danno loro il tablet, fanno cenno di stare zitti e prego rincoglionitevi tutta la sera! Navigate dove non potete navigare. Non si vedono più quei bambini vivaci, questi bambini vispi allegri attenti, quelli che si rincorrono tra i tavoli. Ora si vedono bambini violenti. Che ti pestano perché credono che tanto il mondo reale sia come quello virtuale. Giocano a fare i supereroi. Pensano di avere superpoteri.

Ragazzini che dai 13 ai 18 anni non si scambiano più nemmeno i baci. Limonano su whatsapp. Si scambiano foto hard. Deridono i compagni. Prendono per i fondelli le compagne. Si scambiano video scottanti. Ragazzini che, come mi ha detto ieri il neuropsichiatra infantile Pajno Ferrara che ho intervistato, “hanno sempre più contatti e sempre meno relazioni”. Perché a questo portano i social, gli smartphone, al pensare di avere 3254 amici e di essere sempre connessi perché altrimenti si è fuori dal mondo.

Gente che addirittura anche se hai trent’anni fa fatica a comunicare. Si lascia su whatsapp. Ti manda le faccine perché non riesce nemmeno a dire grazie o vai a cagare. Le faccine hanno sostituito i sentimenti. Per ridere mando la faccina sorridente. Per piangere mando le lacrime. Gente che si offende se non c’è la faccina. Ci siamo fatti talmente prendere per il culo dalle faccine che se non ci sono le faccine sparisce l’educazione. Gente che non fa più fatica a scrivere. Che ti manda messaggi vocali. Che ti detta un cazzo di messaggio, dove poi devi impiegare un quarto d’ora per interpretare, perché non si capisce nemmeno che straminchia ci sia scritto. Punto. Cazzo. Amen. Gente che non sa aspettare. Gente che non sa nemmeno più andare dentro a un ristorante e chiedere un tavolo per due perché con l’app sì è dimenticato di prenotare. E allora stiamo crescendo come degli amebi sapete perché per ogni cosa non facciamo più niente. Per trovare una strada c’è il navigatore. Per parlare con le persone esiste whatsapp. Per fare la spesa c’è la spesa a casa. Per dirti ti amo c’è il cuoricino. Per dire che ridere c’è la faccina. Per dirti merda c’è la cacca. Per dirti vieni a bere qualcosa c’è il bicchierino. Tutto ha sostituito tutto. Per ordinare qualcosa c’è Amazon. Per qualsiasi cosa c’è una cazzo di app inventata all’ultimo minuto.

All’uomo. All’uomo non è rimasto nulla se non abbassare la testa e digitare. O mandare un vocale. Oppure dettare. Punto. Cazzo. Amen.

#sbetti

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