
Sta accadendo qualcosa di molto grave io ve lo dico. Allora vado al supermercato a fare la spesa. E mi viene in mente che voglio cominciare ad addobbare il mio appartamentino con i gingilli di Natale. Arrivo al supermercato e dentro trovo questo scempio. – Ora a parte il fatto che hanno scritto che così prevede la nuova ordinanza e invece è il Dpcm di Conte che prevede questo! Il Dpcm di Conte! Sì. Mi sono informata anche dalle fonti istituzionali.
Il Dpcm all’articolo 1 paragrafo 9 lettera ff prevede che “nelle giornate festive e prefestive – su tutto il territorio nazionale – sono chiusi gli esercizi commerciali presenti all’interno dei centri commerciali e dei mercati a eccezione di farmacie parafarmacie presidi sanitari, punti vendita alimentari, tabacchi ed edicole” e all’articolo 3 paragrafo 4 prevede la stessa cosa per le zone arancioni e rosse. Andatevelo a leggere.
Ma dico. Entro e trovo articoli di Natale in offerta con appiccicato un cartello giallo, delimitati, transennati, dove ci sta scritto che “non è possibile acquistare i prodotti presenti in quest’area”. Me ne sono fottuta e un addobbo l’ho preso lo stesso. Idem per il reparto libri. Non è possibile acquistare libri. I libri capite! I libri. Come i colori, i quaderni, le penne, i giochi per bambini. I vestiti.
È invece possibile ammassarsi come porci in fila al bancone dei dolci (tutto documentato con foto) o fare la fila al banco rosticceria o entrare dentro a un bar alle 17 e fare l’happy hour o anche sostare in venti davanti al banco a mezzogiorno (anche qui ho svariate foto).
Questo è possibile. Invece se vuoi acquistare un libro o un addobbo natalizio non lo puoi fare.
Un piccolo bambino voleva una renna. Una renna capite. Una cazzo di renna. E la madre gli ha dovuto dire di no. “Non possiamo prenderla amore perché ci sono le malattie”, gli ha detto. E lui si è messo a piangere. E più la madre gli diceva di no. Più lui piangeva. E più la madre gli spiegava. Più lui piangeva. E piangeva. Piangeva. Piangeva a più non posso. A dirotto. Con quei lacrimoni che gli scivolavano lungo il viso. Sarei andata io da lui. A dirgli. Ecco tieni prendi. Questa renna te la compro io. E invece no. Siamo tutti servi. Schiavi. Lavorate. State zitti. Non comprate. Nemmeno gli evidenziatori. Gli acquerelli. I pastelli. Non comprate niente. Servi della gleba. Dovete sottostare ai diktat di Giuseppe Conte che tanto si prodiga per i bambini e pensa a far avere l’autocertificazione a Babbo Natale.
Allora questo. Io non lo so dove ci porterà tutto questo. So che é grave. Gravissimo. Queste non sono misure scientificamente provate per limitare la diffusione del virus. Queste sono misure arbitrarie non scientifiche che limitano i nostri diritti fondamentali. Queste sono misure fatte per innescare nella testa della gente la paura. Il terrore. Il panico. Medici che dicono che le malattie si curano anche con la psiche. Che conta il pensiero. Quello positivo. E ti impediscono di comprare una renna un vestitino un colore un evidenziatore.
Queste sono cose che finiranno nei libri di storia. “Diventò impossibile comprare un libro – scriveranno – Il governo vietò la vendita degli articoli regalo. Dei pigiamini per i bambini”.
Sì. Anche questi. Anche questi ha vietato il governo.
#sbetti


