
Cercasi scontrini elettronici.
AAA cercasi clienti anche senza esperienza. Qualcuno ci aveva letto: “cercasi personale anche senza esperienza”. Ed era pure entrato, chiedendo se assumevano. E invece. E invece qui Jessica Norbiato cerca clienti. Anche senza esperienza. Allora questa notte per #Storie2020 vi voglio raccontare questa storia. Insomma no. Insomma. Insomma passo per Mirano, sono lì con la testa piena trivellata di cose da fare, di agende da seguire, di persone da chiamare, sono lì con la mente avvolta nella nebbia mentre fumo la mia sigaretta e penso a cosa fare, a come organizzarmi, quando all’improvviso non so perché alzo lo sguardo e vedo questo cartello. “AAA cercasi clienti anche senza esperienza”. Allora mi colpisce. Devo scrivere due tre cose, e mi viene in mente un post di Mariangela Semenzato che dice che quando sei in panne l’unica soluzione è il caffè, che prendo ed entro. Mi siedo. Appoggio le mie cose. Tiro fuori il computer, quando dal banco spunta una ragazza con un cappellino e una divisa. È giovane penso. Non sarà lei la titolare. Così ordino. Prendo il mio caffè americano -Quando ho più da fare, solo l’americano e la sigaretta mi salvano – accendo il computer e aspetto. Ma tempo pochi secondi, il caffè è pronto. La ragazza mi aveva chiesto se lo volessi con l’acqua a parte e io avevo risposto sì. E quando il caffè è arrivato, non avevo inteso come fosse a parte. Insomma una tazza gigantesca, da caffè americano davvero, da caffè americano vero, e sopra la tazza ci stava la teiera dell’acqua, quella da sganciare e da versare. Insomma una tazza di acqua bollente, da versare sul caffè, così lungo come piace a me. Bello. Nero. Bollente. Così non ho resistito. E vista la semplicità e la simpatia della ragazza, che c’ha gli occhi neri neri ma neri brillanti che si vede che fa un lavoro bello, ecco dicevo vista la genuinità della ragazza ho preso e gli ho chiesto. “Perché avete scritto Aaa cercasi clienti senza esperienza?”. E lei. Lei si mette a ridere. E mi fa: “ho preso spunto da un’altra parte, avevo quello spazio da riempire, e volevo qualcosa che fosse originale”. Ma dai! Le ho detto.
Bello! Bravi. Così le chiedo. Ma è tuo il locale? E lei: “sì è mio”. Io sgrano gli occhi e le dico: “ma sei giovanissima”. E lei: “in realtà ho l’età giusta per farlo”. Già. Perché Jessica di anni ne ha 33 e sta inseguendo un sogno. Una passione. Quella che ti fa svegliare tutte le mattine e cominciare alle sette. Quella che le sere d’estate ti fa chiudere a mezzanotte. Quella che c’hai solo un giorno libero, quello di chiusura, dove lo impieghi per andare dal commercialista, per fare la spesa, per andare in posta, per andare in banca, per risolvere qualsiasi magagna che ti sia capitata durante la settimana, per stirarti la roba da vestire, per pulire, e insomma chi più ne ha più ne metta. Così poi le chiedo: “ma clienti? Quelli senza esperienza ce ne sono?”. E lei, mi guarda e mi fa: “ci sono giornate dove ne abbiamo, altre un po’ meno, così così”. Perché è ancora. Ancora presto. E gli abitudinari non li scrolli sempre dai soliti posti. Quelli che muoiono dentro vanno sempre dentro lo stesso posto. Vittime del più potente dei veleni. Il non cambiamento. Il piantare il culo dove si sta comodi.
Così poi le chiedo altre cose, se è facile, se è difficile, e lei mi fa: “a volte è fatica, perché anche lo Stato non è che ti aiuta, ti toglie l’entusiasmo, tu fai le cose anche ma ti passa la voglia a volte di farle”.
Perché? Perché c’hai l’INPS da pagare, le tasse, la casa, le bollette, l’affitto, la linea del telefono, il commercialista, i fornitori, gli elettrodomestici, la tassa sui rifiuti, tasse tassine tassette tazzette, che pendono tutte sopra la tua testa, quando vai a letto la notte. E poi. Poi come se non bastasse adesso pure lo scontrino elettronico! Lo scontrino elettronico!
Cioè capite! In un bar di una ragazza di 33 anni, che prova a farcela da sola, che prova a inseguire una passione, a far del bene, perché qui ci sta anche il panino per colazione, cioè praticamente il primo Burger Croissant 🥐 d’Italia! Ecco qui, qui dove anche i bambini possono giocare e colorare, qui si teme l’evasione fiscale! L’evasione fiscale. “Per lo Stato siamo tutti evasori – dice Jessica – Ma cosa vuoi evadere qui? Alla fine non sono i piccoli che evadono le tasse”.
Già. No. Infatti. Ma lo Stato se ne fotte. E vi fotte. Perché ne ho visti sapete. Ne ho visti. Ne vedo. Ne vedo di imprenditori o liberi professionisti che pagano in contanti. Soprattutto tra tutti i contadini arricchiti che qui piacciono tanto. Ne vedo. La gente tira fuori pezzoni da cinquecento come se piovesse. Una volta uno si è presentato a una transazione, visto con i miei occhi, tornato dalle Maldive, c’aveva soldi perfino dentro le mutande, continuava a tirare fuori soldi dagli indumenti, come i maghi tirano fuori i foulard dai cappelli, peccato che poi, poi i maghi li usano per far venire fuori i conigli e finito lo spettacolo tornano a casa, quelli che veramente evadono continuano sempre a fotterci tutti, con il benestare dello Stato che con i soldi non ti pulisce nemmeno il culo.
#sbetti

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