Oh insomma. Ecco come funziona in #Veneto.
Allora ieri mi scrive una mamma di Veternigo. Mi dice che il figlio, ieri sera, stava studiando in camera, è sceso un attimo per prendere una cosa. È tornato di sopra e si è trovato i ladri in stanza. “Il più piccolo – mi scrive – si è trovato i ladri in camera😢. Stava studiando per una verifica di domani, è sceso un attimo e quando è risalito ha sentito dei rumori in camera sua. Ha chiamato forte il fratello, si sono spaventati e sono saltati dalla finestra…”.
Sono scappati con una Fiat 500 scura.
Ora capite che non è normale. Cioè mica è normale sapete nel 2019 quando abbiamo fatto della nostra proprietà privata un vanto un lustro un pregio, studiare per una verifica e trovarsi i ladri in casa. Sì insomma certe scene si vedono nei film d’azione. In quelli di spionaggio. Quelli in cui hai fatto qualcosa di male e ti vengono a prendere. Invece. Invece siamo a Veternigo. Comune di Santa Maria di Sala. Provincia di #Venezia. Nessuna spia. Nessuna spia russa. Nessun complotto. Niente Tarzan. Nemmeno Batman. Semplicemente un ragazzo teenager che si vede balzare i ladri dentro la sua stanza mentre sta studiando. Pazzesco. Devastante. Allora questa cosa mi lascia perplessa. Perché è da quando scrivevo ancora di cronaca locale che sento che ci sono i ladri. Che bisogna far qualcosa. Uno dei miei primi articoli fu proprio una rapina a un nonnetto.
Che sì i controlli di vicinato. Che bisogna intervenire.
Un anno in un comune qui vicino perfino le ronde. Cittadini disposti a tutto. Alcuni sparavano pure per aria. Molti si sono dotati di una pistola. La gente dorme con accanto il fucile. Residenti disposti a tutto pur di difendere il proprio orto. La propria casa. La propria abitazione. Quella venuta su mattone dopo mattone. Sforzo dopo sforzo. Sacrificio dopo sacrificio. In Veneto pure bestemmia dopo bestemmia.
E poi. Poi un giorno, dopo aver dato a tuo figlio un tozzo di pane e un bicchiere di latte. Dopo avergli creato un nido dove studiare. Ecco. Questo torna in camera e si ritrova i ladri in casa. La paura. Il terrore. Il panico che facciano qualcosa. Che puntino un coltello. Che estraggano un’arma. Che ti facciamo del male. Il panico che possa accadere qualcosa di irreparabile. Il nido violato. L’intimità pure. Il mondo di un ragazzino, fatto di quaderni e mappamondi giganti, stuprato da quattro delinquenti.
Cioè capite uno alle otto di sera non può nemmeno studiare in camera in casa propria quando fuori ormai fa freddo e l’autunno si riempie d’inverno e di quel profumo del mosto selvatico, che mentre pensi all’interrogazione del giorno dopo, ti ritrovi a tu per tu con due a volto coperto. Perché poi. Poi cosa fai. Urli. Gridi. Scappi. Chiami il fratello.
Poi cosa fai. Poi cosa fai se per caso arriva un genitore che gli spara. Accade che finisci in galera. Che spendi soldi di avvocati. Che finisci sui giornali. Che vieni processato. Che i processi durano un anno. E poi un altro. E un altro ancora. Accade che ti vergogni. Che se per caso c’hai un’attività ti conviene chiuderla. Diventa difficile rifarsi una vita. Tutto ne risente. La famiglia. I figli. Perfino l’amore. Accade che la gente ti punta il dito.
Che molti sì ti difenderanno.
Ma la legge. La legge no. La legge non ti difende. La legge se gli spari sulle gambe ti dirà che non potevi. Che non dovevi. Che dovevi calcolare. Che dovevi prevedere che questo magari in tasca non c’aveva niente. O che aveva una pistola giocattolo e che non ti avrebbe mai sparato.
Perché sapete a cosa ci porta tutto questo. A una cosa che mi fa tremendamente e terribilmente paura. E cioè che diventi normale. Che diventi normale considerare che qualcuno possa entrarti in casa. Che possano entrarti in casa dei nipoti. Dei figli.
E che diventi normale pensare che tu non ti possa difendere.
Che diventi normale entrare in casa degli altri. Senza averne diritto. Violando i diritti stessi. E pretendendo di escluderne altri.
La difesa.
Questo a me fa paura.
Questo mi fa terribilmente paura.
#sbetti