Questi due ragazzi sono italiani. Si chiamano Ferdinando Orlando e Lorenzo Costanzo. E ora hanno 25 e 26 anni. Il 26 febbraio 2017 hanno violentato e stuprato e denudato e snaturato e deriso una ragazza in un locale della capitale londinese. Poi dopo aver compiuto la violenza sono usciti dal locale e hanno festeggiato. Si sono dati il cinque. Si sono abbracciati. Hanno stappato una bottiglia di spumante direbbero qui. Hanno esultato. Così. Come se quella violenza corrispondesse a una palla tirata a bowling che si infila giusta tra i birilli e li colpisce. Come se la violenza fosse una partita a flipper. O una a biliardo. Che ti fa vincitore se centri il buco. Se becchi quello giusto. Se fai centro. Indegni. Infami. Ignobili. Senza patria. Né gloria. La ragazza aveva, ha, poco più di 23 anni. Era visibilmente ubriaca e loro ne hanno abusato. Ancora peggio. Ancora peggio approfittare di chi non è in grado nemmeno di vedere. Le immagini di video sorveglianza del locale mostrano i due abbracciarsi. E per questo ora sono stati condannati. Avevano abbandonato la ragazza infatti, incosciente in un bagno del locale. Poi lei si era risvegliata dolorante, aveva chiesto aiuto ed era stata portata in ospedale. Allora hanno detto che i due sono di buona famiglia. Ma qui. Qui la buona famiglia non conta. Non conta niente. Puoi impartire quanti principi vuoi a tuo figlio ma se dentro di sé cresce male, non te ne puoi fare sempre una colpa. Però questo è il risultato del sesso come viene da noi considerato. Non se ne parla. Sembra sporco. Le madri e i padri preferiscono far vedere ai loro figli, alla televisione, le scene dove la gente si ammazza piuttosto che quelle dove si tromba o si fa l’amore. I videogiochi sono solo pieni di combattimenti. I cartoni animati idem. Gesti semplici, intimi, come due persone che dovrebbero amarsi non ce ne sono. Siamo cosi talmente stuprati che ci vergogniamo dell’atto per cui siamo nati. Del resto siamo tutti venuti al mondo per un desiderio di sesso. Sesso. Amore. Chiamatelo come volete. Ma nella nostra società rimane un tabù. Proponiamo gli assorbenti in televisione a ora di pranzo. Ci battiamo per i diritti. Andiamo a smignottare nelle piazze. E non siamo in grado di parlare ai nostri figli di sesso. Di quello che ci ha messo al mondo. Di quello che garantisce la creazione dell’universo. In casa non se ne parla. A scuola nemmeno. Educazione sessuale non se ne fa. Si fa dopo qualche anno, quando qualche inebetito ti insegna il poliamore o il matrimonio transgender. Si saltano le tappe. Si creano enormi buchi. Lacune. Incolmabili. Uno cresce con la convinzione che il sesso sia un atto sporco. Da nascondere. Da non parlarne. Da tenere oscurato. Da non discuterne. Il sesso debole. Per le femmine. Per gli uomini. Uomini che crescono con la convinzione che la donna vuole. Che se la possono prendere. Che se ti dice “sì saliamo”, allora è fatta. Stasera ci casca. Uomini che se indossi la gonna allora ci provano. Donne che crescono con la convinzione che per “avere”, che per piacere devono dare. Femmine che non hanno rispetto di sé stesse e che si usano per far godere gli altri.
Allora io non lo so se tutto questo cambierà. Se mai riusciremo a darci una apertura mentale. Un punto di svolta. Un nuovo inizio. Perché l’integrazione non passa solo attraverso le buone norme e l’accoglienza e il rispetto delle usanze e tradizioni. L’integrazione passa soprattutto e attraverso il rispetto tra uomo e donna. Tra donna e uomo che in troppe occasioni è venuto a mancare.
Il sesso non è dovuto. Non è rubato. Non è stuprato. È semplicemente voluto.
Ficcatevelo dentro quella testa.
#sbetti