Un anno pandemia

Eh insomma la pandemia in Italia. Eravamo partiti a febbraio dell’anno scorso con “abbraccia un cinese”, preoccupatevi dei fulmini.
Qui, in Italia? Il virus? No, ma quando mai.
Ma che minchia sta a di’ oh! Qua lu virus mai.
Poi il virus è arrivato. E tiravano a sorte. Zona rossa sì. Zona rossa no. Zona rossa non so. Poi siamo arrivati a marzo e abbiamo fatto il primo lockdown. Prima le mascherine non servivano. Anzi, il presidente della Lombardia, Fontana venne pure preso per il culo da Pd e 5 Stelle perché indossava la mascherina. Zingaretti e compagnia di sinistra intanto andavano in piazza a far ripartire la movida. Bianchetti e cicchetti.
Fino a che non si sono accorti che aumentavano i contagi. E così chiudiamo tutto. Tutti casa. Piazze vuote. Strade deserte. Salviamo la Pasqua.
Ma la Pasqua non si è salvata. Poi abbiate pazienza, arriviamo al 25 aprile. E poi al primo maggio. Ma nemmeno quello si è salvato. Poi aumentano i contagi. Nel frattempo la colpa era dei runner poveri che probabilmente scorreggiando mentre correvano al parco, nei loro 280 metri quadrati riservati, 498 passi, hanno infettato la gente. Poi arriva maggio. Apriamo ma in sicurezza. Mi raccomando. La mascherina. Un metro. No un metro e mezzo. No ma se sei alto un metro e un quarto bastano cinquanta centimetri. Se poi invece devi portare a pisciare il gatto o scendere il cane allora la mascherina te la devi tenere anche attorno all’isolato perché sai mai che di notte incontri qualcuno e incappi nel virus.
A giugno luglio agosto, mentre il governo Conte Arcuri e compagnia cantante pensavano al colore delle primule per i palazzetti a forma di fiorellino bello, ecco a giugno luglio agosto abbiamo assistito all’apertura delle gabbie. Uscite tutti. Via. Bonus vacanze. Irresponsabili. Delinquenti.
Anche quelli che maledivano il governo e che imprecavano su Facebook hanno usufruito del bonus per andare in montagna, al mare, in collina, o chissà dove. Quelli poi che non avevano problemi di soldi, hanno fatto comunque richiesta per avere il bonus, perché sai mai che qualcosa ci scappasse pure per loro.
A settembre poi siamo tornati tutti a casa, dopo un anno passato con le immagini profilo che ruotavano a suon di un batter di ciglia, con le immense cagate di hashtag #iorestoacasa. Per non parlare giusto, quasi dimenticavo, dei canti dai balconi, il pane fatto in casa, l’assalto ai supermercati, e quegli stupidi teloni dove ci hanno dipinto “andrà tutto bene”, e poi sputano in faccia alla gente.
A settembre quindi dicevo quando i ragazzi dovevano tornare a scuola, dopo aver passato l’estate a pensare ai banchi con le rotelle, le primule architettoniche e le leccate di Conte, ecco si sono resi conto che non avevano un piano. Autobus pieni. Treni anche. Scuole, ma che ve le dico a fare. Quindi alcuni governatori hanno fatto da soli. Il governo centrale impreparato non sapeva che pesci pigliare. Nel frattempo in tutto questo assistevamo a viPrologi che hanno fatto della pandemia in tv la loro commedia. Il ministro Speranza, che la speranza la fa perdere solo a guardarlo, era anche sul punto di buttare fuori un libro. Ma è stato prontamente ritirato il giorno stesso quando fummo avvolti dalla seconda ondata. In un susseguirsi di apri chiudi. Chiudi. Apri. Apri. Chiudi. Chiudi. Apri. Zona arancione sì. Zona arancione no. Zona arancione non so. Rosso. Verde. Bianco. In zona rossa puoi fare questo. In zona arancione puoi fare quello.
L’Italia venne divisa in zone. E ancora non si è capito in che cazzo di colore siamo. Nè quando sia finita e cominciata questa seconda ondata. La terza. La quarta. La quinta. La sesta. La settima. L’ottava. Poi le varianti. La brasiliana. La francese. L’africana. La bolognese. A novembre hanno detto stiamo a casa per salvare il Natale. Ma il Natale non l’abbiamo salvato. Anzi; per favorire l’aumento dei contagi, la settimana prima di Natale hanno elargito numerosi cash back per fare le spese, acquisti, compere, di modo che, anche quelli che per la privacy non si erano scaricati Immuni, hanno prontamente aderito all’iniziativa, dichiarando pure il numero della loro carta di credito e dove in genere vanno a fare acquisti. Irresponsabili pure voi, che siete andati in giro. L’Epifania che tutte le feste porta via ma il virus no, ha visto una riapertura di due giorni. Poi hanno chiuso ancora. Apri. Chiudi. Chiudi. Apri. Apri. Chiudi. Chiudi. Apri. Il carnevale nemmeno quello è stato salvato. E gli impianti da sci a cui era stato detto che avrebbero riaperto, il giorno prima, tipo quattro ore prima della riapertura, ecco hanno detto che non avrebbero riaperto. Stagione finita.
In tutto questo in mezzo c’abbiamo pure avuto una crisi di governo. Con Renzi che in un colpo solo ha spaccato tutti. E ha mandato a casa pure Conte. I vaccini poi, quelli che hanno detto, solo il vaccino ci salverà, la scienza che è stata così celere nel produrli, non ha tenuto conto che doveva fare i conti con la politica. Perché una volta trovati i vaccini. Non si sa perché, le vaccinazioni procedono a singhiozzo.
Intanto le imprese sono sul lastrico. I suicidi ci sono stati. La gente è ridotta un tappo a pressione. Tra poco scoppia la rivoluzione. Ci sono famiglie intere che non sanno come mangiare. Gente che non può lavorare. Gente che ha perso il lavoro. Ragazzi ridotti in camere modalità caverne, tipo larve, senza vie di fuga. Genitori disperati. Mamme che non sanno dove lasciare i figli. Padri anche. Famiglie che se troppo vicine o troppo lontane vengono sgualcite. Medici che da eroi sono passati a farabutti. Non ci sono più i canti dai balconi. E nemmeno i lenzuoli.
Ma state tutti a casa #zittiebuoni, possibilmente senza rompere i coglioni. 

#sbetti


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