Le molestie degli Alpini sì, le foto delle borseggiatrici no

Strano Paese il nostro. Con una mano ti concede. Con l’altra ti toglie. A seconda di quello che fa comodo.

Denunciare le presunte molestie degli Alpini su Instagram va bene. Invece postare le foto delle vere borseggiatrici su Facebook no, perché le ladre hanno diritto alla privacy.
Era l’anno scorso quando un codazzo di femministe, in piazza a Rimini, gridava e offendeva nei social gli Alpini perché colpevoli di squallide e meschine molestie.
Per settimane andò in scena la caccia all’Alpino con tanto di meme che girava su Instagram: “Alpino molesto se mi tocchi ti calpesto”.


Per mesi le femministe attiviste, che si attivano quando non c’è niente da dire e tacciono quando dovrebbero intervenire, inscenarono un teatrino roseo con una lagna vomitevole dove accusavano gli alpini di essere gli esseri più mostruosi del mondo.
Vennero dipinti come pedofili molestatori violentatori rozzi cafoni. Per settimane andarono avanti le segnalazioni che giungevano via social a suon di storie varie.


Addirittura ci fu qualcuno che disse che: viva Dio ormai siamo nell’epoca del digitale, del sempre connessi, siamo nell’epoca di chi non ha tempo per andare dalla polizia e fa una storia su Instagram perché alla fine, disse una consigliere dem: ben vengano i social! Sono un mezzo di denuncia sociale. Denuncia sociale?

Alla fine si scoprì che di tutta quella bolgia che ne venne fuori e di tutto quello starnazzamento generale, una sola denuncia giunse alle forze dell’ordine che poi venne archiviata.
Ma non è questo il punto. Dopo mesi scopriamo che il trattamento riservato agli Alpini con tanto di segnalazioni e foto e video non è lo stesso che deve essere riservato ai borseggiatori e alle borseggiatrici ossia a coloro i quali o le quali ogni giorno infilano le loro astute e leste manine nelle borse e negli zaini della gente.
Cioè un rutto di un alpino e un commento, per carità magari male espresso – tipo bella figa, non deve ricevere lo stesso trattamento di una che ti ruba il portafoglio nei pressi di una stazione dove sei lì a smadonnare perché devi andare a lavorare o perché hai la coincidenza con l’aereo.
No. Di questa brava gente non possiamo fare storie su Instagram. Questa è violenza. Queste hanno diritto alla privacy. Solo gli Alpini si potevano postare, filmare, ghettizzare e stigmatizzare. Le borseggiatrici no, sono brave persone che poverine devono lavorare.

Di queste non possiamo fare i meme con scritto “borseggiatrice molesta se tocchi il mio portafoglio la mia mano ti calpesta”, no.
Dobbiamo stare tutti zitti e buoni. Fino a che non vi rubano il portafoglio e così sono cazzi vostri.

sbetti