
Oggi tutti i ragazzi saranno ancora, per l’ennesima volta, a casa da scuola. Questa è una manifestazione andata in onda ieri a Mestre. Le magliette rappresentano i ragazzi i bambini, quegli esseri invisibili che da un anno a questa parte sono stati travolti dall’inerzia di un governo che ha pensato ai banchi con le rotelle. L’incapacità del ministro Azzolina ci costa cara. Farà danni. Incolmabili.
Tanto chissenefrega. Chissenefrega se i nostri, vostri ragazzi e bambini perdono due anni di scuola! Due. Con un ministro alle Politiche Giovanili Fabiana Dadone, targata cinque stars, che mette le scarpe sopra la scrivania con la felpa dei Nirvana solo questo ci si poteva aspettare per i giovani.
Come a dire: io vi calpesto. Voi e tutti quanti.
Cosa diranno mai i genitori di questo ministro che difende la festa della donna con le scarpe rosse e non difende tutti quei ragazzi che domani l’unico percorso che faranno – ancora dopo un anno e un anno ancora – sarà andare dalla tazza del cesso alla tazza del latte sopra il tavolo pronti per una lezione dove non si vedono nemmeno i volti.
Figlia mia, come non ti vergogni, a non portare rispetto, con dietro la bandiera d’Italia, con gente che non ha più un lavoro, che vive a casa disperata in 45 metri quadri che domani diventeranno dieci col resto di due perché in quelle caverne ci devono stare tutti.
Ma i tuoi genitori non ti dicono niente? Ingrata.
Un ministro che dovrebbe tutelare l’interesse dei giovani e che poggia le scarpe sopra un tavolo istituzionale. Con gente che una scrivania non ce l’ha nemmeno più.
Ci sono studenti che è da febbraio 2020 che non vedono un’aula universitaria. Ci sono ragazzi ridotti in casa a studiare come larve consumate sopra libri di cui non se ne vede più il senso. “A cosa studio a fare”, mi chiedono alcuni quando li incontro.
Ci sono bambini chiusi in case di 45 metri quadri a condividere odori di cipolla chiodi di garofano briciole sul divano, immersi in qualche libro da leggere colorare e studiare. Manca la concentrazione. Si spegne la voglia.
Ma tanto i giovani ma chissenefrega. I giovani sono quelli che usano nelle campagne elettorali. Sono quelli che ti dicono: “puntiamo ai giovani”. “Spazio ai giovani”. “Il futuro è dei giovani”.
Sono quelli che gli uffici stampa dei politici passano le notti a scartabellare documenti file elenchi e prendersi giù i nomi e poi contattare i giovani su Instagram e proporre loro che il futuro sarà migliore, che si faranno nuove cose, idee, progetti e invece.
Invece come ogni volta a rimetterci sono sempre loro. I giovani. In un anno li hanno resi inermi. Depressi. Incapaci di rincorrere i sogni. Di porsi obiettivi. Di assumersi responsabilità.
Stravaccati sul divano. E ora ne paghiamo le conseguenze.
Con i genitori disperati perché non sanno come fare. Alcuni lavorano. Altri devono lasciarli. A chi! A chi se nemmeno i nonni.
La scuola è socialità. La mente, fin da piccoli, si abitua a reagire al corpo dell’altro. A sentirne il freddo. Il caldo. A toccarsi con mano. La mente non è pensata per progredire in questa indolenza e inerzia e frigida realtà.
Li avete lasciati con le storie su Tik tok. Con gli influencer. Con le storie su Instagram che rimangono per 24 ore e poi chissenefrega. Manca l’empatia. Lo scambio. Il confronto. Il sacrifico. Lacrime e sudore. I giovani sono i preservativi delle campagne elettorali. Durano il tempo che devono durare.
Come si può pensare in un Paese civile di far perdere oltre un anno e mezzo di scuola a questi ragazzi.
Hanno comprato i banchi con le rotelle. In Veneto sono finiti in soffitta perché non andavano bene e causano danni alla schiena.
Hanno preso e vaccinato gli insegnanti. Vi hanno detto che i giovani i bambini i nipoti non devono andare dai nonni. Hanno chiuso le biblioteche. Le aule studio. I luoghi di cultura. La gente si contagia più fuori nelle case se ancora non l’avete capito. Dove devono andare questi giovani? Dove?
Le lotte le abbiamo fatte tutti. Le rivoluzioni. Ma se già a voi vi hanno assuefatto la testa. Se già siete incapaci di pensare con la vostra testa per capire cosa potete e cosa no, cosa devono fare i giovani? Cosa?
Li avete fatti passare per untori. Figli di un Dio minore col senso di colpa addosso che non se ne va. Si alimenta. Diventa rabbia. Frustrazione. Costernazione.
Molto facile dire che i giovani devono lottare. Quando i vecchi che hanno lottato hanno dimenticato come si fa.
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