L’ ivoriano che ha accoltellato un poliziotto e un passante a Palermo godeva dell’istituto della protezione speciale.
Sì signori. La protezione speciale.
I giudici avevano ritenuto di concedergliela per il “suo inserimento positivo e il suo radicamento nel tessuto economico sociale”.
L’ivoriano infatti, Kader Doumbia Daouda, giusto per non fare nomi, 24 anni a giugno, era così talmente inserito positivamente che un mese fa era stato arrestato per violenza, minacce e resistenza a pubblico ufficiale ed era così talmente radicato bene nel nostro Belpaese, che faceva il parcheggiatore abusivo.
Nel suo prelibato curriculum trionfano precedenti anche per tentata estorsione, esercizio arbitrario delle proprie ragioni.
Un mese fa, era stato arrestato, ma quell’arresto all’ivoriano non è mai andato giù e l’altro ieri ha deciso di vendicarsi.
Ha atteso il poliziotto in servizio al commissariato di Palermo, si è appostato e non appena ne ha avuto l’occasione, ha preso e l’ha accoltellato. La madre dell’agente che in quel momento si trovava con lui ha iniziato a urlare. In più, un passante, che ha assistito alla scena, ha provato a intervenire ma si è preso una coltellata anche lui.
Il protetto speciale si è dato alla fuga ma questa è durata poco. Tempo dieci chilometri ed è stato disarmato e arrestato.
Pochi giorni fa, inoltre, aveva squarciato le gomme dell’auto all’agente.
Ora.
Si dà il caso che tal signore ivoriano sia giunto a Lampedusa col barcone nel 2016. Ha fatto domanda per la protezione speciale nel 2018 alla procura di Palermo e questa gli è stata rigettata. Non contento, dato che la legge lo permette, ha fatto ricorso. E il tribunale di Palermo l’ha accolto. In parte.
Ossia: no non ti diamo lo status di rifugiato, ma ti diamo il diritto di ottenere un permesso di soggiorno per motivi umanitari. Permesso scaduto nel dicembre 2021 e che gli è stato rinnovato fino a dicembre 2023.
Questa è la gente a cui diamo la protezione speciale.
Rendetevene conto.
sbetti
