La vedete questa ferita?

La vedete questa ferita o è troppo per voi?
La vedete bene? Li vedete come i punti incidono e recidono il volto?
Allora giusto per ristabilire il giusto ordine delle cose. Lo yin e yang. Questo ragazzo si chiama Michele Dal Forno, è uno studente di Verona, c’ha 21 anni e di sera fa il porta pizze per racimolare qualche soldo.
Sabato scorso dopo aver fatto il giro per le sue consegne, ha sentito una ragazza che discuteva con due altri due ragazzi.
Lei piangeva ed era spaventata.
Si è avvicinato per chiedere se avesse bisogno di aiuto e uno dei due, entrambi minori, ha iniziato a insultarlo.
Poco dopo l’altro ha estratto un coltello da una tasca e ha colpito Michele al volto.
La coltellata gli ha provocato una lesione e una cicatrice sotto l’occhio sinistro che probabilmente gli rimarrà per il resto della vita.
E Michele “per” aver difeso una persona si è ritrovato con sessanta punti di sutura.
Ora avrebbe potuto benissimo voltarsi dall’altra parte, fare finta di niente, abbassare il casco e sgommare e invece non l’ha fatto. 
Avrebbe potuto benissimo dire non vedo non sento non parlo e invece è intervenuto pagandola a caro prezzo.
Queste sono le persone che andrebbero difese ma non ho visto tanti Grilli e Toninelli cantare per difendere un ragazzo di poco più di vent’anni che di giorno studia in questo clima di matti e di sera consegna pizze per mantenersi.
Non li ho visti. Non ho visto i Grilli e i Toninelli di turno torcersi i capelli perché un ragazzo che una sera a Verona viene aggredito perché prova a difendere una donna non è ammesso.
Ho visto invece un padre difendere il figlio perché se c’hai il pisello di fuori non fa niente. Soprattutto se lei era consenziente.
Consenziente.
Consenziente.
Consenziente.
Consenziente è la parola preferita nelle aule di tribunale nei processi per violenza. Sono così talmente abili che ti convinceranno di essere stata consenziente.
“Ma lei era consenziente?”, ti chiedono con gli occhi sbarrati piccoli grandi quanto formiche. “Quindi lei sapeva che andando in camera sareste stati soli e che a quel punto è normale che lui possa avanzare delle avances?”, ti chiede l’avvocato difensore che scandisce le parole come nei thriller di Grisham e che c’ha il ciuffetto grigio incollato di gel e che se ne sta davanti al banco degli imputati alzando le mani al cielo con la toga che rimbalza e si inarca e si abbassa a seconda dei movimenti delle spalle.
Sì sapevo.
E no.
Non è normale.
Non è normale che una donna venga aggredita. Non è normale che una donna venga stuprata. Non è normale che un uomo che intervenga per difendere una donna si trovi con una coltellata in viso.
Non sono normali tutti i teatrini. Grillo. Grillini. I video. Toninelli. Ma lei la difende perché. Bla. Bla.
Non è normale quelli che dicono che se l’è cercata. Perché in fondo se c’hai la minigonna puoi anche essere stuprata.
L’aggressore di Michele Dal Forno ha sedici anni. Di origine albanese. Ora si trova nel carcere minorile di Treviso accusato di lesioni gravissime aggravate dai futili motivi.
Ed episodi così sono in continuo aumento. Vedi qualche settimana fa, a Mogliano, Marta Novello aggredita da un quindicenne mentre stava correndo con venti coltellate.
Ora il titolare della pizzeria dove Michele lavora, la Oasi Gourmet Ronni Tarocco ha pensato a una colletta per aiutarlo.
E hanno già raccolto 42 mila euro! 42 mila.
Non ho visto tanti plausi.
Non ho visto tante indignazioni per un fatto che a pensarci mette i brividi. Basta guardare la foto.
Ah certo. Il video dei piselli di Grillo attira più like su Facebook.

#sbetti

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