Sommacampagna 13 marzo 2021

Il mio lavoro è fatto di continui balzi. Sobbalzi. Sconquassamenti generali. Che ti portano ad avere una vita piena di emozioni. A volte belle. Altre volte brutte. Ci devi fare i conti.
Il mio lavoro è un continuo peregrinare e girovagare che ti porta a vivere una vita a mille. On the road. Che ti porta a sentire l’adrenalina che ti sbatte addosso, che ti sale dentro. Incontrare persone fantastiche. Fermarsi per fare benzina. Bere un caffè al chiaro di luna. Scendere. Partire. Lasciare. Disfare. Fare valigie. Andare. E tornare.
Il mio lavoro è anche un lasciarsi trasportare dai sapori e dai colori della terra. Avere orecchie per ascoltare. Per sbalordirsi. Per meravigliarsi. In questo mondo così malato bisognoso di bellezza.
È un sentirsi a pelle. Fidarsi. Affidarsi. E la sera quando sprofondi e ti lasci cullare dal letto, ringraziare. Chi ti è stato accanto. Chi ti ha dato conforto. Chi ti ha insegnato. Chi ti ha arricchito.
Il mio lavoro è avere mani per stringere.
Dita per scrivere.
Sigarette per fumare in compagnia, da soli, davanti a un panorama che ti spiazza fuori.
Il mio lavoro è fermarsi su un campo e ascoltare la natura. Quello che ha da dirti. Quello che con le sue pieghe e i suoi colori ti racconta. Così fragile. Così forte. Così bella. Così immensa.
Il mio lavoro è partire una mattina per una destinazione. Percorrere strade, mattone su mattone, casa dopo casa, campo dopo campo, mare dopo mare, montagna, dipende. Il mio lavoro è avere il fiuto cucito addosso per andare a cercare le storie. Quelle belle. Quelle dove ti ci immergi. Quelle che quando ci sei dentro ringrazi per esserci arrivato.
Il mio lavoro è stare a sentire. Capire. Partecipare alle gioie agli orgogli e ai dolori degli altri.
Il mio lavoro è lasciarsi sbalordire dai racconti. Sentire già la musica delle parole che ti sale dentro. Che te la senti addosso.
Che non vedi l’ora di immergerti e scrivere a suon di sigarette. Il mio lavoro è parlare con qualcuno del proprio lavoro. Lavori centenari. Innovazione. Tradizione. Le due anime che si fondono insieme e creano reddito.
Il mio lavoro è scavare. Approfondire. Cercare. Capire. Non accontentarsi. Essere sempre affamati. Mai sazi. Il mio lavoro è berselo tutto. D’un fiato. Immergersi dentro. Senza paura. Senza rimpianto. È lasciarsi andare su per le colline di un vigneto. All’interno di un’azienda. In una casa storica. Farsi guidare. Lasciarsi incantare. Il mio lavoro è ritrovarsi seduti a tavola e conoscere persone splendide. Che hanno storie di vita. Di vita vissuta. Storie da raccontare.
Ma soprattutto il mio lavoro è ringraziare. Una donna oggi mi ha detto la cosa più bella che potessi dirmi una persona dopo una splendida giornata: grazie del tempo.

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