Ho fatto un servizio sui lavoratori stagionali e dopo averlo condiviso nei social ho capito che viviamo in un Paese di merda. Perdonatemi la franchezza.
Mi è venuto il vomito. Il vomito veramente. Ho capito quanto rozzo e puzzolente e svilente sia questo Paese.
Due minuti dopo aver condiviso il pezzo sono stata letteralmente inondata e travolta da messaggi di ogni tipo di gente che mi ha denunciato la sua situazione.
E che mi è venuto il vomito soltanto a leggerli. Io sono per la gavetta. La gavetta l’ho fatta. La gavetta fa già la prima scrematura. Se hai la forza e la perseveranza di superarla e se hai i nervi di ghiaccio per affrontare e mandare giù qualsiasi cosa allora vai avanti.
Ma quando la gente mi scrive che viene usata come merce di scambio, manodopera a basso costo, semplice funzionario di mercato, esecutore di apparati tecnici, allora diventa troppo. E la cosa peggiore è che la maggior parte della gente non se ne accorge. Come pesci dentro l’acquario galleggiano e vegetano, li hanno talmente assuefatti che manco sentono la pressione dell’acqua. Del resto il mondo è così. C’è chi ha scelto di dipendere. E chi no.
Sono schiavi. Schiavi del mercato. È l’uomo che è al servizio delle leggi del mercato e non viceversa. Professionisti pagati una pippa di tabacco. Laureati che anche dopo dieci anni si muovono tra contratti a progetto, contrattini, senza garanzie né tutele. Oggi ho parlato con un ingegnere italiano, sta a Washington perché l’America più sveglia di noi se l’è preso. Adulti che dopo aver passato una vita a studiare portano a casa mille euro al mese. Perché in Italia per quanto tu possa aver studiato non sarai mai sufficientemente formato.
Poi si chiedono perché uno non fa figli. Stipendi da fame. Zero tutele. Niente ferie. Né malattie. Un paio di palle. Se ti ammali sono solo affari tuoi.
Precari con zero competenze perché manca sempre più la voglia di imparare un mestiere. E i giovani di oggi non sanno più lottare. Non rubano con gli occhi. Non osservano. Non combattono. Non hanno sogni. Generazione testa bassa sempre fissi con la lingua di fuori col muso sui telefonini. E qui i datori di lavoro non c’entrano nulla. Chi lavora invece e si fa il mazzo tanto, se ha la sfiga di rientrare nelle categorie sbagliate si trova a fare il poveraccio che tira a campare.
Lavoratori schiavizzati. Alcuni retribuiti saltuariamente. Anche quelli appartenenti agli Ordini. Del resto io ne solo la prova vivente. Prima che mi trasferissi, il mio ex ordine regionale aveva pensato bene di sospendermi per nove mesi. Questi ti conducono al cappio. Ti tolgono il lavoro così come fosse lo stessa cosa che toglierti l’asciugamano al mare da sotto i piedi.
L’Aiga, l’associazione dei giovani avvocati denuncia che i neo iscritti all’albo guadagnano dai 700 ai 1500 euro al mese. Robe da far la fame. Robe da far venire l’orticaria sotto le ascelle. Un architetto a 30 anni guadagna 1180 euro al mese. Se ha l’affitto di 700 euro da pagare, gli restano 400 euro per bere mangiare e cagare quello che ha mangiato.
Mi ha scritto un’insegnante che lei dopo vent’anni di servizio ancora viene pagata sempre quello. Un’altra che prende 4 euro e 50 l’ora assunta tramite una cooperativa. Una di quelle con la bandiera della pace che fanno tanto bene alla gente. Mi ha scritto uno che lavora in un call center che prende da vent’anni 10 euro lordi. Un marinaio che c’ha 36 anni che ha deciso di fare questo mestiere. Un’infermiera da 1300 euro al mese per lavorare praticamente 7 giorni su 7. Solo i dipendenti pubblici hanno la pausa pagata alla macchinetta del caffè e il caffè con la chiavetta. Gli altri il caffè è più facile che glielo chiavino. Nella ditta di pulizie dove sono andata, sembra normale pulire la cacca della gente per 7 euro lordi l’ora. Benvenuto nei contratti collettivi mi ha risposto uno. Ora, è vero che molti preferiscono fare i lavapiatti a Londra anziché in Italia perché nella triste mentalità troglodita sembra faccia più figo, ma è anche vero che l’Italia è quel Paese dove regna la mentalità stagnante. “Abbiamo sempre fatto così”. “Manda una mail”. “Non so, c’è un progetto, devo verificare”. Mille dubbi. Domande. Attese. Paranoie infinite. Mille disturbi gastrointestinali.
È un Paese paese arido l’Italia aridissimo. Non incentiva. Non stimola. Non ti spinge a far meglio. Non crede in te. Non tende a uno scopo. Non promuove il senso.
Il senso della vita se ne va, guardandola mentre ci passa davanti. Non apre scenari nuovi. Non redime. Non spiega le vele. Ti soffoca. Ti opprime. Ti smonta.
Ti costringe a startene zitto seduto buono sotto i comandi degli altri.
Svegliatevi!
sbetti
