Ma peggio degli scafisti sono quelli che ballano sui cadaveri dei migranti ancora caldi

Ma peggio degli scafisti ci sono quelli che ballano sopra i cadaveri dei migranti ancora caldi.
E guardali mentre volteggiano. Guardali. Guardali nel loro squallido agitarsi mentre ballonzolano e svolazzano sopra i corpi di settanta disgraziati. Guardali.
Non hanno nemmeno fatto in tempo a essere riposti dentro una bara che già le iene di carne umana danzano la loro ballata sui profughi.
Dopo la tragedia successa domenica a Curto, tutta quella parte che la mattina appena si sveglia si inchina davanti a Soumahoro, ha parlato di “una strage di stato”, “non hanno voluto salvarli”.
Come se i morti in mare che ci sono stati negli ultimi dieci anni non fossero mai esistiti. Come se ci si accorga soltanto adesso che i disperati che partono per raggiungere il nostro puzzolente Paese, muoiano in mare.
Del resto è su la destra. E quindi via al rutto da bar. Secondo alcuni, il naufragio avvenuto al largo delle coste calabre, sarebbe paragonabile a qualcosa come un delitto premeditato, un attentato alle istituzioni.
Una carcassa di legno che parte dalla Turchia e tra le varie vicissitudini poi si disintegra, secondo fior di intellettuali onesti, è un omicidio di stato. Roba da far accapponare la pelle.
Davvero credete che a una certa parte politica interessi veramente dei migranti? Che interessi veramente di queste persone?
Quando anni fa mi capitò di lavorare con la sinistra mi dicevano: “vai tu a seguire le proteste di questi rompi cogl…”.
Quando i migranti protestavano per il cibo le riposte erano: “Cos’hanno da rompere le palle questi? Dovrebbero solo ringraziare di essere in Italia”. Idem i preti. I migranti fuori al freddo e loro dentro casa a mangiare noccioline.
Li ho visti con i miei occhi i centri di accoglienza onti luridi sozzi.
Li ho visti con i miei occhi i centri di “accoglienza”, con la merda fino al collo, i bagni lerci, le docce sudice, i letti fatti con le tavole di compensato al posto del materasso. E ho sempre denunciato come stessero queste persone ribadendo più e più volte, che un italiano lì dentro non sarebbe resistito mezzo minuto. Ho ancora i profughi che mi scrivono, con i quali avevo instaurato un rapporto. Ma le cooperative dalle uova d’ora avevano trovato il loro business. A questo sono sempre serviti i migranti. A prendere l’elemosina dal governo. E a far lievitare i bilanci. Gente ammassata dentro tendopoli che attendeva anche un anno i permessi di soggiorno. In alcuni centri erano oltre 1500. E i corsi di italiano?
Mai visti. Stavano lì, come descrive il mio libro “Aspettando che arrivi sera”.
Perché a tutti questi paladini dei migranti poi, in realtà, poco importa che questi riempiano le piazze, che si infilino in qualche palazzina abbandonata, che si incuneino nelle fila della criminalità perché non hanno di che mangiare, dormire, lavorare. A tutti i paladini dei migranti che ballano sui loro cadaveri, interessano solo due cose.
I voti e il Dio denaro.

sbetti

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