La violenza a sinistra è libertà di espressione

Quindi, ricapitolando un attimo, il battesimo del nuovo trio della sinistra si sarebbe compiuto con quelli che vanno in piazza a gridare “Tito ce l’ha insegnato, ammazzare un fascista non è reato”, “le sedi del fascismo si chiudono col fuoco, ma con i fascisti dentro, sennò è troppo poco”, e con quelli che appendere Meloni e Valditara a testa in giù con incise due croci sugli occhi è cosa buona e giusta.
All’anima.
E dire che praticano la non violenza.
Quale bella ipocrisia predicare la non violenza e la libertà e la democrazia e battersi per i diritti di tutti, in tutte le salse, green, fucsia e arcobaleno e poi andare a scazzottare in piazza e inneggiare alla violenza contro le istituzioni.
E scusate se è poco. La prova che gli imbecilli sono ovunque. Che alla stupidità e al cretinismo non ci puoi porre fine. Durano all’infinito e all’estremismo.
È una colpa grave. Una forma di handicap nei confronti del buon senso e dell’intelligenza.
La manifestazione, quella contro i fascisti morti e sepolti, è stata ideata da Cgil Cisl e Uil – e non poteva essere altrimenti – e dal sindaco di Firenze Dario Nardella che nel famoso ring del 2018 è rimasto zitto per gli immigrati che devastarono la città, ma che qui invece non ha impiegato mezzo secondo per sposare perfettamente la causa e aggiungerci anche i fiocchi.
Perché la violenza se viene da destra notizia. Invece se viene da sinistra è sinonimo della libertà di espressione.
La causa è stata ripresa da tutta quella bolgia che di Soumahoro ne ha fatto il suo mito e dalla Schlein, Conte e i centri collettivi di sinistra eccetera eccetera. Qual miglior modo per tentare di ricompattare una schiera ormai smembrata e unita solo dalla caccia alle camicie nere.
Un movimento vorticoso, nauseante, disordinato e compulsivo di cori rossi e arcobaleno, scesi in piazza per difendere i diritti costituzionali, a cui si è aggregato anche quel manipolo di difensori di Cospito, in lotta contro il 41 bis, e che vorrebbero fare un gran regalo a tutti quei mafiosi rinchiusi.
Ma gli episodi sono stati tanti.
Il truce coro: “Le sedi del fascismo si chiudono col fuoco, ma coi fascisti dentro, sennò è troppo poco”. E poi ancora la raggelante allusione a Piazzale Loreto con il premier Giorgia Meloni e il ministro dell’Isteuzuone Giuseppe Valditara a capo in giù. Immagini da far raggelare il sangue soprattutto perché la memoria ci riporta indietro a periodi storici che lasciano intendere dove si vuole andare a parare. Anche perché scusate, ma la Meloni doveva prendere le distanze dai ragazzi di Azione studentesca.
L’accoppiata Schlein e Conte, invece, per gli anarchici di sinistra si è presa una pausa di riflessione. Sia mai che nell’articolo 21 rientri la facoltà di appendere le immagini dei ministri a testa in giù.

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