A Elodie che vuole fare la putta..a

“Fa freddo qui?”.
“Sì fa freddo”.
“E perché rimani qui?
“Perché non ho una casa”.
Rientro oggi dopo alcuni giorni in cui ho staccato da tutto e da tutti. E sono grata alle persone che mi hanno fatto stare bene.
Questa notte percorrevo le vie della prostituzione per la seconda parte di un’inchiesta che sto facendo. (Avrei voluto postarvi il primo pezzo, ma sono talmente distrutta che non ne ho la voglia e nemmeno ne sento il bisogno).
Ora è notte fonda, la temperatura è scesa sotto lo zero. Vedo queste ragazze sul ciglio della strada e mi fermo a far due parole. Devo continuare questa inchiesta. Le guardo negli occhi. Cerco di parlarci. Cerco di catturare i loro sguardi immergendomi nelle loro tristi vite.
Qualcuna non parla italiano e nemmeno inglese. Ma ci aiutiamo con le mani. Chiedo loro perché hanno deciso di fare questo mestiere. Ossia quello di fare la putta…a. Quello di mettere in vendita un pezzo del proprio corpo come fosse merce di scambio.
Come fosse cianfrusaglia di basso costo.
Mi dicono che in Italia è molto meglio così. Che anziché andare a lavorare e pagarci pure le tasse o prendere soldi in nero per fare pulizie una giornata intera e guadagnare la bellezza di 50 euro al giorno, molto meglio stare sulla strada tre sere a settimana che se ti va bene porti a casa anche 400 euro a serata. Le più sfigate 100. Capite.
L’Italia non viene vista come la patria dove venire a cercare lavoro, ma come un posto dove per far fortuna devi fare la mignotta.
Queste ragazze, queste donne, sono tutte dell’Est. Polonia. Ungheria. Romania. Sono venute qui anni fa, poi una volta capito che era meglio la strada hanno deciso di piazzarsi sopra i marciapiedi.
Più le guardò e più mi chiedo cosa separi il mio io dal loro, il mio essere dal loro.
Questo mi chiedo quanto intervisto queste persone. Quando mi avvicino a loro. Quando tento di farmi capire e ne scruto gli occhi. Ne osservo il volto. Ne ascolto la voce. Cosa separa il mio concepire la vita da quello di chi mi sta difronte pensando che è una ragazza che ha meno dei miei anni e passa la sua vita sul ciglio di una strada. Cosa può separare i nostri sguardi. Le nostre vite. I nostri incroci. Cosa può portare a farmi riflettere che a volte basta un attimo, una frazione di secondo per arrivare a concepire l’abisso verso se stessi. Lì merce in vendita. Sul ciglio di una strada. La pratica più disgustosa. La pratica più rozza. Più volgare. Più invasiva. Merce da scambio. Battone di ampio raggio. Prostitute di poca valuta. Se facessero le escort sarebbero più ricche e più dignitose.
Così prima tornando un attimo a casa (quale casa poi) mi sono venute in mente le parole di Elodie che vuol fare la putta..a dall’inizio alla fine di Sanremo.
E mi auguro, figlia mia, che tu non veda mai quello che ho visto io. Che tu non oda mai quello che ho udito io.
Vedrai come ti passa la voglia di far la putta…a. Fosse anche solo per finta.

#sbetti