Nemmeno il gemito di un orgasmo benedetto

È da giorni che sono sul fronte prostituzione e il mio telefono brulica di messaggini di tette, culi, patatine al vento, capezzoli, piedi, curve mastodontiche lineari che se fossi un uomo sarebbero da mozzare il fiato. Ma per me che sono una donna mi causano un lieve sussulto.
Come fosse occluso da una enorme bolla che gorgoglia e produce il rumore, discontinuo e sommesso, di un liquido dentro intento a fuoriuscire in completa ebollizione.
Sul fronte della prostituzione c’è tutto un sottobosco che trombare è diventato più facile di andare a prelevare. Ci sono intere agenzie che scortano e snocciolano escort che Dio manco te le immagini. Basta connettersi al sito. Selezionare la zona di tuo gradimento giusto per non fare tanta strada perché trombare costa soldi. Ognuna mette le proprie foto e il proprio falso nome ed è facilmente contattabile sia chiamando e pigiando il tasto “chiama”, sia su whatsapp pigiando il tasto verde. Lì parte un messaggino già precompilato che dice così: “Ciao … ( nome ) ho visto il tuo profilo su … e vorrei fissare un appuntamento con te”. Le risposte arrivano quasi subito: “Ciao Amo”, “Ciao Teso”, “Ciao bello”, “Anche ora vuoi venire?”, “Vuoi venire tra mezz’ora?”, “Dimmi tu Amo, io sono in zona stazione”, “Ciao tesoro, mio servizio: massaggio sex, bacio alla francese, doccia insieme, pompino, sperma sul corpo. Possiamo fare diverse posizioni, 69, alla pecorina Ho un vestire sexy o lingerie, tacchi)
30 min con me 150 euro // 1h 200 euro. A che ora vuoi venire?”. Un’altra mi ha scritto: “Sono vaccinata. Ma eviterei bacio con la lingua. Se vuoi chiamami che ci mettiamo d’accordo. Io sono molto occupata e mi sposto in continuazione”. Infatti queste ragazze molte delle quali non parlano italiano – di quelle italiane con cui e ho parlato, alcune sono persone estremamente intelligenti che sanno fin dove possono arrivare – si spostano da una parte all’altra dell’Italia coordinate da un tutor che le sballotta di qua e di là a seconda delle richieste. Da chi venga pagato il tutor non si sa. Vivrà di pubblicità.
Sopravvive chi è così talmente abile da farsi una sua clientela e gestirsela da solo. Ma la cosa che mi ha colpito è stata la celerità con cui queste persone ti rispondono anche solo per farti un pompino. Chiedono 150 euro per mezz’ora. 200 per un’ora. Seicento per una serata. Mille per una notte. Se uno sta attento guadagna 600 euro al giorno.
A una ho detto che sono bisex e che io e il mio compagno andiamo in cerca di avventure. Erano le seitte di sera. Mi ha detto senza conoscermi: “Vieni alle 19.15. Sarò il vostro paradiso”. La celerità dei rapporti. Il mordi e fuggi. Il troppo sesso dappertutto e il non farlo mai veramente. Distratti. Annoiati. Assorti. Stanchi. Disorientati. C’è così talmente sesso in questo mondo senza sesso senza amore che a fine giornata ero ubriaca a forza di sentirne parlare. Se ne parla troppo e lo si fa sempre meno. Sì è sfondato il mito. Il tabù. Il sesso non interessa più a nessuno. Non è l’uomo che tratta la donna come oggetto ma è la donna che in cambio di una prestazione chiede tot soldi.
La passività poi delle giovani generazioni così talmente oberati di sesso online, influencer, video porno che ha finito col partorire una generazione bulimica di spettatori e non attori. Un gesto meccanico. Freddo. Quasi chirurgico. Elettrico. Una scossa e passa tutto. Passa la paura. La solitudine. L’angoscia. Il non sentirsi all’altezza. Pronti. Sciolti. La prepotenza con cui il sesso è entrato nelle nostre vite. E l’abulia con cui se ne va. Senza dire niente. Senza fare rumore. Nemmeno il gemito di un orgasmo benedetto.

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