
Vi racconto cosa accade ai migranti che giungono in Italia. Usati come carne da macello da chi con il business dell’immigrazione ha sempre fatto soldi a palate.
Questo che vedete in foto è Wasir. Mi ricordo di lui. Ci avevo fatto un reportage ancora prima del covid. Si dice così adesso. Questo spartiacque che ha marchiato le nostre vite.
Ero andata sotto il cavalcavia di Linate, in un luogo dove non splende il sole, e ci avevo trovato il lercio.
Odore di merda. Puzza di piscio, cibo e smog. Praticamente una volta che i migranti vengono “accolti” nei vari centri di “accoglienza SPA”, bisogna fare le trafile per avere i permessi di soggiorno. Ottenuti i permessi, i migranti vengono sbattuti fuori dal centro e mandati in mezzo alla strada. Questo a chi viene accolto in un centro. Quando invece sei meno fortunato e non trovi nessuna baracca o vecchia caserma che ti accolga, per la strada ci finisci lo stesso perché tanto tutta questa gente ce la ritroviamo davanti le stazioni, nei quartieri più malfamati e malfamanti, ce la ritroviamo nelle vie delle nostra città a ingrassare le fila della microcriminalità. Attenzione non voglio dire che i migranti sono delinquenti. Ma che fondamentalmente una volta giunti in Italia, il nostro Paese non ha nient’altro da offrire a questa gente se non spacciare, rubare, violentare. Oddio alcuni ce l’hanno nel sangue diciamocelo. Se ottieni permesso di soggiorno la tua casa diventa una lastra di cemento. E il tetto, una lastra di calcestruzzo.
Ma la sinistra se ne strasbatte dei poveri disgraziati che dormono per strada, spacciano coca, e vivono in condizioni da miseria. Commentano il fenomeno dell’immigrazione, pontificando col culo al caldo, senza aver mai visto un centro di accoglienza. Forse manco in cartolina. Io li ho visti i centri di accoglienza. Ci sono entrata.
Ho visto i letti sudici. I mattoni come divisori. Le tavole di compensato come materassi. I bagni lerci. Insozzati di feci. E le cucine onte e “sbisonte”. Ma alla sinistra. Alle cooperative dalle uova d’ora, quelle che hanno capito che gli immigrati fruttano più dei libretti da colorare nelle biblioteche, dei migranti frega sostanzialmente poco. Ricordo che volta in un quotidiano orientato a sinistra mi sentì rispondere dinanzi all’ennesima protesta dei profughi. “Cos’hanno questi sempre da rompere i c…. Se non gli sta bene, tornino a casa loro”. Questo pensano i radical chic. Gli stuprati del politically correct. Perché vedere le cose con i propri occhi è un atto di coraggio e una fortuna che hanno in pochi. Molti preferiscono ciarlare senza sapere nemmeno di cosa stanno parlando.
sbetti

