Ma veramente volete essere scelte perché avete la patata ?

Davvero non capisco cosa ci trovi una donna a essere scelta solo perché ha la patata e non il pisello.
L’altro giorno mi contatta una persona che deve organizzare un convegno e mi invita a partecipare in qualità di relatore.
Gli dico che “compatibilmente con impegni lavorativi più urgenti, certo con molto piacere”.
Retribuita ovviamente.
Ci accordiamo. Mi spiega quello che deve fare.
E alla fine della telefonata mi dice: “Grazie sai. Mi hai salvato. Con la scusa che devo mettere lo stesso numero di relatori e di relatrici per ste benedette quote rosa, mi sei venuta in mente”.
Non c’ho più visto.
L’ho lasciato parlare.
Ho lasciato che esaurisse le sue corbellerie. Ho aspettato che finisse e poi gli ho detto: “Guarda che eri un ebete l’avevo capito. Ma sinceramente visto che una quota rosa vale l’altra, tanto la patata ce l’hanno tutte, ritiro quello che ho detto e magari trovi qualche altra patatina che voglia riempire un buco”.
Non lo so che faccia abbia fatto. Non l’ho vista. So che ha provato a dire in un linguaggio che manco si capiva: “Ma noi dai… ehm… Scherzavo. Volevo dire che… dai insomma sai chi sono, scherzo… so chi sei ma che ti avrei chiamato comunque”.
L’ho salutato come si fa tra persone per bene e l’ho mandato a fareinculo.
Ora. Io so che le gallinelle del politicamente corretto, quelle molto attente ai diritti del mondo Lgbt ma non degli etero, sarebbero state ben contente di partecipare a un evento dove vengono fatte rispettare le quote pink.
Ma sinceramente fare da relatrice solo perché ho la patata e non il pisello mi pare cosa alquanto sgradevole e limitatoria.
Messo giù il telefono, il tipo ha anche riprovato più volte a chiamarmi. Ma non ho più risposto. Mi leggerà qui. Vedete.
Questo ha prodotto il rispetto delle quote rosa. Ricordo ancora il consigliere di un comune veneto che io continuavo a chiamare consiglierE con la E e non consiglierA con la A. Questa mentecatta scrisse una lettera in redazione.
Cento ne doveva scrivere. Delle sue melliflue e inutili corbellerie.
La scelta per esaudire il rispetto delle quote rosa produce l’esatto contrario di quello che forse si voleva. Ossia che la donna in quanto menomata mentale abbia bisogno di una corsia preferenziale.
Produce la svalutazione delle competenze. Il deprezzamento delle qualità. Il far passare avanti lo sfigato perché poverino non sarà mai completamente capito. Il mettere una donna purché sia donna tanto una vale l’altra. Basta che respiri. Il fatto che le donne vengano chiamate non perché ciascuna con il suo contributo a seconda degli aspetti può essere un valore aggiunto, ma perché hanno il vantaggio di avere la figa al posto del pene.
A me questa motivazione pare alquanto imbecille. Chi la sostiene è da neuro. Le donne che la appoggiano sono da ricovero.
Davvero volete essere scelte nella politica, nelle aziende, ai convegni, nei consigli di amministrazione, solo perché avete la patata?
Io se fossi in voi ci penserei.
Poi non lamentatevi se vi trattano da donne oggetto.

sbetti