
Lui è Vito Surdo, è di Salemi (Trapani) ed è l’ex primario di Ortopedia dell’ospedale di Mirano (Venezia). C’ho fatto un pezzo sul #Giornale.
L’ho conosciuto una mattina per caso.
Mi ero fermata al bar a fare la rassegna stampa quando ho sentito Vito che parlava con un uomo di un cimitero dei morti dimenticati. Di fosse comuni.
Mi ha subito incuriosito e quatta quatta ho ascoltato tutto il discorso.
Mi ero fatta prendere poi da quel suo accento che amo tipicamente del vento del sud che evoca enormi prati e mari sconfinati, brezza marina, mare calmo e in tempesta, sole, profumi, agrumi, intere distese dorate di oro sabbia e tramonto.
Mi ero fatta prendere.
E così quando il suo amico se n’è andato, quatta quatta mi sono avvicinata.
E gli ho detto: “senta scusi, io ho ascoltato tutto, sono una giornalista”.
Quello che viene dopo lo trovate nel pezzo.
Vi racconto di una fosse comune dei morti di colera. Degli scavi per riesumarli. Vi racconto di come venivano seppelliti questi morti. Di come venivano gettati. Di come venivano separati tra una gettata di cemento e una manciata di terra.
Ma soprattutto vi racconto dell’impresa di un uomo che è riuscito a portare alla luce questa storia, a recuperarla, a riconciliarsi col passato, col presente e il futuro.
Se ora quei morti sono ricordati è grazie a lui e a chi in lui ha creduto.
Perché come ha scritto il sindaco di Salemi Domenico Venuti nella prefazione del libro di Vito: “Il tempo non può e non deve cancellare la memoria”.
Vito è la prima citazione nel mio libro che uscirà tra poco.
Quando Vito ha inziato a richiedere i permessi per realizzare il suo progetto mai avrebbe immaginato che il suo libro uscisse proprio durante l’anno del covid…
#sbetti
LEGGI IL PEZZO sul Giornale
👉 https://www.google.it/amp/s/amp.ilgiornale.it/news/cronache/fosse-comuni-dei-morti-colera-1956113.html




