
Dal diario di Facebook, 8 marzo 2020
Questo è quello che accade quando le istituzioni non sanno comunicare. E creano un danno enorme. Oltre che a essere pericoloso.
Allora eravamo partiti con le misure drastiche, il moriremo tutti, il caos generale, le riunioni straordinarie, la comunicazione dei dati dei morti ogni minuto, ogni ora; eravamo partiti con il non poter uscire nemmeno per andare a fare la spesa, con le persone che hanno svuotato i supermarket, con la gente che litigava per i litri di latte, fino a dire: “ah no, un momento, aspettate, forse questa cosa ci sta creando troppi danni a livello economico e mondiale, e allora bevete pure, riempite le piazze, andate a mangiare nei ristoranti, vi offriamo noi gli aperitivi! consumate cicchetti, trovatevi in piazza, femo festa, un’ ombretta, un bianchetto.
Fino a passare a non poterci nemmeno stringere la mano. A non poterci baciare. A non poter scopare. A non poterci nemmeno salutare.
Così la gente che aveva preso sottogamba la cosa, sostanzialmente, sull’onda dell’ombretta e del bianchetto, che faceva più comodo, ha continuato a fare esattamente quello che ha fatto dopo il panico: fregarsene.
Questo delirio di onnipotenza.
E questo per colpa di amministratori incompetenti che anziché far capire ai cittadini l’emergenza, hanno preferito farsi i selfie con i bianchetti, con gli spritz, con i salatini, con i ciuccetti. Infagottati molto più dal Dio quattrini che dal pericolo che avrebbero creato.
Ho visto post assolutamente ridicoli dove, scusate se uso un’espressione veneta, ma “ze pezo el taccon che el sbrego”, dove si invitavano i cittadini a far ripartire il territorio. Ma come si fa?
Come fai a far ripartire un territorio se hai le zone rosse, se a duecento chilometri di distanza i letti stanno finendo. Se non ci sono più posti. Se non ci sono più medici. Se i medici sono in quarantena. Se i reparti sono chiusi. Se non ci sono più respiratori.
Come fai a dire alla gente di continuare a fare la vita che ha sempre fatto con i morti che aumentano.
E così la gente ha continuato ad andare in giro. Gli aperitivi fini a mezzanotte. La gente ammassata davanti i locali. Vedi i Navigli.
I tavoli non distanziati.
E così i contagi sono aumentati. E la situazione è crollata.
E quindi ora, per ovviare alla cosa che la gente se ne va in giro a destra e manca, ecco ora torniamo indietro, ora allora forse: “è peggio di come era prima”; ora ci dicono che forse dobbiamo restare a casa. Che dobbiamo contenerci. Che quello fatto finora non basta. Che possiamo uscire solo uno alla volta, uno a famiglia, per fare la spesa. Che attendiamo questa approvazione di questa bozza. Che deve ancora essere confermata. – Anzi no. Testo definitivo arrivato alle due di notte.
Alle due di notte. Pagliacci.
Con praticamente quelle misure –
E tutto questo perché siamo nelle mani di cialtroni. Hanno parlato tutti. Si sono fatti la guerra. Mattarella è riuscito a fare un discorso l’altro giorno. Nessuna guida certa. Nessuna direttiva che sia stata presa sul serio.
Nessuno che ha polso. Nessuna parola che sia stata ascoltata.
Ah ma poi la colpa è dei giornalisti.
Dei cittadini. Di quelli irresponsabili.
E allora scusate se siete stati poco chiari. Se non avete avuto l’autorevolezza di farvi ascoltare. Se non avete saputo tenere il polso della situazione. Se non tutti sono in grado di pensare con la propria testa e capire che in questo momento occorre fare attenzione.
Perché questa è la situazione che avete creato, questo è il vostro gregge che non avete guidato.
Questo è il popolo che avete voluto.
Del resto nulla potevamo pretendere davanti a un bianchetto e a un cicchetto.
Notte a tutti.
Passerà anche questa! Passa sicuro.
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