Ma come siamo ridotti. Come.

Allora un collega oggi a pranzo mi ha detto: “quando cambiai liceo perché non mi trovavo bene, ho conosciuto persone e non insegnanti”.

E allora adesso per #Storie2020 vi racconto una storia. Una di quelle storie di questa Italia ridotta a scheletri. Manichini. Dilaniati dalla burocrazia e piegati dal servilismo.

Perché io rimango allucinata. Rimango basita. Provo frustrazione per queste insegnanti. Provo frustrazione per questi docenti. Provo frustrazione per i presidi.

Provo frustrazione per gli alunni.

Allora l’altra sera, per caso, capito a casa di una insegnante. Sta facendo il registro elettronico. Così le chiedo in cosa consista questo registro elettronico esattamente. Come funziona e lei mi guarda e molto gentilmente mi fa: “prego accomodati, ti faccio vedere”. Così mi siedo.

Mi offre un caffè e osservo.

Allora mi fa vedere dove si inseriscono i voti. I giudizi comportamentali. Dove si inseriscono le note. I programmi. Per ogni materia ci sta una casella. Per ogni classe ci sta una tabella. Ogni alunno c’ha riservata una riga. E per ogni assenza ci sta un quadratino.

Tutti incasellati dentro a dei tabulati, tutti catalogati come numeri umani. Tutti perfettamente messi in ordine, dove il calendario dei turni per pulire il cesso dei condomini è più dinamico.

Allora le chiedo come funziona. Cosa ci deve fare con sto registro elettronico. E lei mi dice. Vedi. Ti connetti al sito. Vai su registro. Digiti il tuo nome utente. La password. Poi se sei fortunato accedi. Se non sei fortunato il sistema ti dà errore. E ti dice che devi stare attento, che se per caso apri due pagine contemporaneamente i dati potrebbero cancellarsi e faresti meglio a contattare la segreteria.

Allora io curiosa le dico se possiamo provare. E lei. Lei mi dice: “certo, guarda”. Allora prende. Accede. Digita la password senza che io la potessi vedere. E il sistema si blocca. Cominciamo bene.

Così ci riprova. Ma niente. Si blocca ancora. Allora chiudi tutto. Spegni. Riaccendi. Riavvia. Riconnettiti. E iniziamo.

Iniziamo col terzo alunno della lista. I primi due li ha già fatti e ci ha messo due giorni.

Insomma per ogni alunno che sta in lista, devi metterci il voto. Il voto individuale. Per ogni materia. E il giudizio globale. Quello complessivo. Quello che una volta era formato dal cuore delle maestre che ancora con la penna biro scrivevano se eri stato bravo, buono, se eri asino, intelligente, se “si applica ma può fare di più”, se eri socievole, se “passa molto tempo a pensare come se si annoiasse”, all’anima facevate sempre le stesse cose, sono arrivata in prima elementare che sapevo già leggere e scrivere, e per quattro anni mi avete parlato dei punti cardinali. Ma insomma dicevo. Ecco per ogni alunno poi devi indicare quante assenze ha fatto. Se è stato bravo. Se è stato buono. Se ha mangiato. Se ha cagato. Se ha avuto il cagotto. Se ha mangiato risotto. Proteine. Carboidrati. Grassi. Calorie. Se ha bevuto abbastanza acqua. Se si è idratato. Se è andato in bagno. Se si è lavato le mani prima di impiastricciare le dita dentro alla merendina. Ecco e eccetera. Eccetera. Eccetera.

Poi però devi anche dare un giudizio. Un giudizio comportamentale e qui apriti Cielo. Qui si apre un mondo. Qui praticamente ogni studente deve stare dentro a delle caselle. Sì, cioè non può essere che tuo figlio sia sopra p sotto le righe, dentro o fuori i puntini, nel mezzo o nell’esterno delle virgole, no. Il sistema non lo permette. Tutti infilati come salami. Con giudizi terribilmente uguali.

Insomma un modo per limitare la scrittura delle insegnanti che di cose ne avrebbero da dire. Ma si sa che preferiamo gli esseri zitti. Senza pensiero. Che fanno esattamente quello che il sistema richiede. Cioè se tu vuoi scrivere che tuo figlio sta sì buono, che è tanto caro, che manda i bacini alle maestre, che divide la merenda con i compagni ma che in classe non sta seduto composto, che dice qualche parolaccia, che manda a fanculo le insegnanti ecco non lo puoi fare. Non sai come farti capire perché devi scegliere tra le varie opzioni possibili.

E così. Così mi metto a leggere e rimango sconvolta.

Perché allora per la categoria “attenzione e osservazione”, ecco si passa da: è in grado di confrontare i dati, è in grado di ordinare i dati, è attento ed è in grado di raccogliere i dati, presenta attenzione discontinua e tempi brevi di concentrazione fino a non è attento e mostra difficoltà di concentrazione che tradotto sta per: non capisce un cazzo di quello che dicono le maestre.

Poi invece passiamo per la categoria “socializzazione” a: eccellenti progressi, notevoli progressi, regolari progressi, alcuni progressi, pochi progressi, irrilevanti progressi. Partecipa in modo adeguato, ha fatto registrare alcuni progressi, non è attento, comunica in modo organico ed efficace, la sua preparazione risulta complessivamente in via di miglioramento. Insomma parole senza senso. Usate ad cazzum. Che rendono gli studenti animali da laboratorio. E le insegnanti frustrate perché se già i genitori non capiscono con le parole semplici, figuriamoci con le frasi che messe insieme dicono l’uno il contrario di tutto.

Ma la cosa peggiore sapete qual è?

È vedere queste insegnanti che da anni e anni sono abituati alle relazioni umane, che ai computer preferiscono le chiacchierate, che ai tablet preferiscono le cartine geografiche, che alle chat su whatsapp preferiscono il caffè al bar, che alle telefonate preferiscono i ricevimenti, e che alle tastiere preferiscono gli occhi.

Ed é vedere queste insegnanti che fanno una fatica enorme per compilare un registro. Che fanno da segretarie, che tra poco fanno pure da bidelle, che ogni giorno vengono svuotate di quello che hanno e che fanno fatica a ributtare dentro, perché i rapporti umani dopo un po’ se non li coltivi muoiono su se stessi, senza acqua né luce né linfa vitale.

Ed è vedere queste insegnanti, queste persone, oberate dalla burocrazia e dalle incombenze, che finiscono con l’odiare il proprio lavoro e che per fare da segretarie non vedono l’ora di andare in pensione.

Ecco l’Italia che state creando. Quella fatta di tanti piccoli manichini, che rispondono ai vostri comandi. Ribellatevi.

#sbetti


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