Avete presente l’odore del vomito? Quel retrogusto di amaro acido acre e pungente che ti rimane in bocca tutto il giorno?
Quello che se lo pensi, ti viene in mente qualcosa di verde acido, marcio. Ecco quello. È un mese che sono sul fronte di sesso a pagamento, della prostituzione e a tratti mi sembra che sto per vomitare. Vedo queste donne comparirmi davanti sulla strada e penso alla vita che fanno. Al perché lo fanno. A come si prestano a mettere in vendita il proprio corpo. Ci voglio capire qualcosa se voglio raccontare queste storie.
Mi fermo a parlare con loro, ci passo del tempo, e tento di capirci qualcosa ma più passano i giorni e più mi sento uno schifo. Stanno lì sul ciglio della strada ad aspettare che qualcuno si fermi per nemmeno il piacere di una scopata. Un rapporto asettico. Freddo. Glaciale. Anodino. Privo di slancio. Privo di qualcosa di passionale. Potresti scopare anche una stufa sarebbe uguale. Un meccanismo. Fine a se stesso. Un ingranaggio di un orologio rotto, che due volte segna sempre la stessa ora. Quando viene.
Senza ansima, senza respiro affannoso, senza mani che si tendono e si prendono. Senza gioia, né godimento, senza sesso, senza cuore, senza passione. Solo il tempo di venire. Una volta. Due volte. Tre volte. Svuotarsi come fanno gli animali. Come fa lo sciacquone del bagno. E lasciare indietro la puzza di acre e di bruciato di una sigaretta ancora accesa. La donna che si riveste. Che si sistema. Lui che scrolla. Sgrulla. Mette via. Sega. Quel bianco che sa di latte marcio, ammuffito, e si ricomincia. Ricomincia il turno. Lei che con la tanica che in auto si lava. Le mani unte dentro il suo essere donna.
L’amore qui ha il sapore del vomito fresco colore verde molle. Una chiazza sul pavimento. Un odore di marcio appena bruciato mescolato con gli avanzi degli altri. Alcune lo fanno perché sono costrette.
Le vedi queste. Hanno gli occhi spenti. Lucidi di lacrime versate al cesso. Opachi. Hanno le mani molli. Flaccide. Sembrano gelatina di pesce. Sono terrorizzate. Altre invece lo fanno di loro spontanea volontà. Stanno qui come niente fosse. “È più facile che lavorare”, mi ha detto una che prende 40 euro per un quarto d’ora. Un pompino. Un bocchino. “Non scopriamo tutto. Solo quello che ci serve”. Va a incastro. È meccanico. Il tubo che si incastra sul bossolo. La carica di lancio. Un soffio. Una venuta. E via.
Mai avrei pensato di provare queste sensazioni. Quando te ne vai dalla strada queste donne te le porti appresso. Te le senti addosso. Senti ancora l’odore di marcio. Di sperma rappreso. Di vomito incatramato. Ti senti quasi sporca, avvolta da una nebbia dove i contorni sono difficili da delineare.
Sarà. Dicono sia il mestiere più antico del mondo. A me sembra quello più schifoso.
Per rivedere i miei servizi andati in onda su Mediaset
👉 Il mio servizio ripreso da Tg Com 👉 https://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/escort-sicurezza_58104772-202202k.shtml
sbetti
