Non sorridere perché se ti violentano è colpa tua

Robe folli. Praticamente è accaduto che a Cividale del Friuli, in provincia di Udine, non nell’Africa subsahariana, il comune si sia inventato un vademecum anti stupro che secondo i luminari redattori del volantino dovrebbe proteggere le donne dalle penetrazioni carnali e far diminuire il numero degli stupri e delle violenze sessuali. Ora.
Io avrò qualche problema ma non so se chi ha redatto tale obbrobrio ci sia o ci faccia.
L’opuscolo è stato solertemente consegnato alle studentesse delle scuole e in tali auliche pagine si invitano quelle del gentil sesso a non elargire sorrisi a destra e a manca, a non indossare abiti succinti, a non indossare la minigonna – io la indosso regolarmente – e ad avere un atteggiamento contenuto perché altrimenti potresti dare nell’occhio e aizzare i genitali maschili di chi ti sta accanto. Niente “abiti troppo eleganti o vistosi” o “gioielli e oggetti di valore”.
Meglio essere invisibili. Se non ci si presenta fuori casa e si continua il regime del lockdown va anche meglio. Guai ai sorrisi, specie se “ironici o provocatori”. Non puoi fare la scema per intenderci. E soprattutto “non guardarli insistentemente e non fare commenti”.
Stai zitta e muta e lascia che ti frustino.
Confesso che quando ho letto questa roba ho dovuto rileggerla perché non sapevo se fosse una vaccata o meno. In effetti una vaccata lo è per davvero ma è tutto vero.
E orbene si sta realizzando quello che temevamo. E a forza di pensare male ci si indovina anche. Ossia non riuscendo più a presidiare le persone e il contatto tra queste come hanno fatto con il covid – vedi i ragazzini multati sopra l’argine del canale perché sorpresi a parlare – ci provano infilando consigli comportamentali e facendo nascere nel gentil sesso una certa sfiducia nei confronti del maschio. Oltre a mancare di rispetto al sesso di quest’ultimo perché non è che tutti gli uomini vivono dentro le caverne e sono dei trogloditi che al primo sorriso devono per forza azionare i bisonti.
Ma soprattutto passa il messaggio sbagliato.
Ossia che la donna stuprata se la sia cercata. Il far sentire vittime e responsabili le donne e investirle di questa responsabilità al punto da dettare le linee guida comportamentali fa intendere che se ti comporti bene e fai come ti si dice allora non corri il rischio che qualcuno usi il suo membro contro la tua volontà. Se invece sorridi o indossi la minigonna o i jeans strappati allora la colpa è tua perché non ti sei attenuta alle regole. Della serie: “te l’avevo detto!”.
Io sono la prima a riconoscere che ci sono situazioni che andrebbero evitate perché corri veramente il rischio di rientrare a pezzi, se rientri, o che qualcuno sfoghi i suoi bassi istinti ma da qui a esortarmi a non sorridere ce ne passa.
Avanti di questo passo tra poco non potremo più fare niente. Parleremo solo attraverso i social così non corri il rischio che qualcuno ti violenti. Ne esci un disadattato mentale morale e sociale ma almeno sei al sicuro.
E a noi donne occidentali tra non molto faranno indossare il burqa così almeno anche se sorridi non ti vedono.
Poi magari ti stuprano in casa ma questi sono fatti privati, meglio stare zitti e buoni.

sbetti