“Mi faccio una striscia di coca e scopo fino a mattina”

Magre fitte incavate. Vedo due ragazze uscire fuori dal locale.
C’avranno all’incirca 20 anni. Belle. Bionde. Secche. La più bella ha il caschetto ai capelli.
L’eyeliner che le riga gli occhi come se la pelle fosse un foglio macchiato con l’indelebile nero. Quello che non va più via. Nemmeno col bianchetto. Non esiste un correttore per gli screzi della vita.
La bocca opaca di rossetto.
Il vestito che la copre tutta e a tratti ne lascia intravedere una parte. Quella sui fianchi. Si vedono le ossa. La pancia che si incurva all’interno. Hanno tutte quell’aria così incavata. Indentro. Affossata. Le ossa. Le mani. Le dita. Il seno.
L’altra è piena di tatuaggi. Alle mani. Alle falangi. Al collo. Alla spalla. Ha i capelli sbarazzini. Gli orecchini. Lo stesso eyeliner che le riga il volto. Anche lei gli stessi disaccordi. Conflitti. Contraddizioni. Si somigliano quasi. Lei la bacia. L’altra la stringe. Cominciano un gioco di una danza imperfetta.
Le luci partono. I suoni le avvolgono. Allucinazioni. Suoni psichedelici. L’esaltazione della percezione del momento.
Entro dentro. Chiedo da bere. Ci sta uno che mi vuole scopare. Chiedo cosa prende per farlo. Dice che con la droga regge meglio. Dura più a lungo. Viene dopo. Lo dai senza rendertene conto. Per ore scopi com’è un ossesso. Così. Come viene, con chi ti capita. Che manco te ne accorgi. Duri tantissimo. Gli chiedo dove procurarmi la roba. Se lui ne ha per me. Ho gli occhi e la pancia incavati: non dovrebbe accorgersi che sto fingendo.
Mi dice che maria, ectasy, cocaina, ce ne sono dappertutto. Basta chiedere una pastiglia. Ma che c’è un altro tipo di droga “che ti fa scopare come un mulo per 24 ore”. E lì servono i fornitori giusti. Lui ce l’ha. Non si fida. Mi chiede se sono della Digos. Vuole conoscere i miei amici. Servono contatti. Conoscenze.
Poi esco. Devo prendere aria. Quella roba me la sento addosso. Nella testa. Dentro il collo. La musica mi rimbomba sulla cassa toracica incavata di ossa.
Un ragazzo mi dice che prende la pasticca. Viene prima. Una scopata veloce. Quando senti che stai per venire ma non vieni. Ti fai una sniffata e ci dai sotto. Ci dai dentro. Va bene anche la prima che passa. Prenderesti anche un termosifone. Una pecora. Incontro una ragazza. Mi dice che lei per scopare deve bere e ubriacarsi. Perde i freni inibitori, non ci pensa.
E scopa bene. Poi mi prende da parte – Incredibile quanto e quando diventi un tutt’ uno con loro – È stata stuprata. Per lei non esiste il sesso con amore. Il sesso non è un sentimento.
Mi accendo una sigaretta. Arrivo a casa . È quasi l’alba. Apro Facebook e mi compare una frase: “Non morire senza aver provato la meraviglia di scopare con amore”. Al diavolo tutti. Spengo la luce. Vado a letto.
A breve in televisione.

sbetti