Parco della Lessinia. Qui le colline sono gomitoli di lana

Lessinia – 2 aprile 2022

Ieri sono salita fin quassù. Nel parco Regionale della Lessinia. Dove le colline sembrano gomitoli di lana con immensi filari di terra marrone e verde. Ci sono salita perché volevo respirare aria pura. Fresca. Vento di libertà. Ci sono salita perché finalmente vedo l’alba. Vedo la luce come mi ha detto oggi un caro collega.
Quando fai questo lavoro devi riprendere fiato. Guardare le cose prima dall’alto. Poi piano piano immergerti dentro. Capirne i filari. Ci sono meccanismi da comprendere. Filamenti. Interconnessioni. Devi sciogliere i nodi. Avvicinarti, partire e poi raccontare.
Sentivo il freddo che mi si avvinghiava addosso. Che mi si aggrappava. Che mi si stringeva sulla pelle. Sentivo l’aria. Il vento. Da quassù sembra che il mondo sia più bello. Colori strepitosi. Accesi anche se piove. Fantastici. Blu, bianchi, gialli, verdi, marroni. Il paesaggio cambia nel giro di un batter di ciglia. Mi ci ha portato un tipo che quassù tiene una mostra. Su un garage con le finestre incollate per ripararsi dal vento, a terra ci stanno i margheritoni arancioni. Che quando li ho visti ho detto: “Perché da me non ci sono?”.
Da me, dove poi?
“Varde’ do ve gho porta’ da el Mar ai monti”, mi ha detto appena ci ha visto. “Guardate dove vi ho portato. Dal mare ai monti”.
Qui. In mezzo alla sperduta più sperduta montagna mentre filari di olivi e vigneti stanno infilzati alla terra e ti sfilano accanto come missili, ci sta un uomo che cura le sue creazioni come fossero figli.
Il panciotto. Senza giubbotto. La pelle consumata dal fumo e dal vento. Conserva quell’aria da montanaro che non ha paura di niente ed è preparato al peggio. Mentre io mi riparavo con cappotto di lana e sciarpona, lui indossava un maglioncino e pareva stare a suo agio. Qui siamo a 1000 metri sul livello del Mare. Il Parco della Lessinia è un paradiso verde incastonato tra le Piccole Dolomiti, la città di Verona e il Monte Baldo.
Il paesaggio è quello tipico delle Prealpi, ampie dorsali, conche e vallette, tratteggiate e addobbate da prati e pascoli; aggrappati alle braccia delle montagne poi ci stanno boschi di carpino, faggio, abete rosso. Il vecchietto con l’ape porta a spasso la legna. La consegna avviene casa per casa. Via per via. Già ci stanno le consegne per l’anno prossimo. Tanta gente con la guerra in atto si sta attrezzando per scaldarsi con pellette e legname. Ma tanto si fa fatica a recuperare pure questo. Poi si torna giù. La benzina qui sta bassa. Faccio il pieno. Mi viene fame. E mi fermo a Soave. Soave è un altro gioiello incastonato tra le colline. Vedo quel pennone del nostro tricolore issato che svetta sulla Rocca. Ondeggia. Sventola. Non molla.
Sono quasi le tre del pomeriggio. Devo rimettermi in moto. A Borgoricco c’è una persona a me cara che inaugura la 35 esima Mostra del Libro di Borgoricco.
È Toni Capuozzo che presenta il suo “Balcania”.
Esce il sole.
“Ormai vedi l’alba”.

#sbetti

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