Staremo al freddo?

Putin e Draghi mercoledì scorso si sono parlati per quasi un’ora. Chi dice 60 minuti. Chi 45. Poco importa.
Non hanno parlato di trattative di pace. Ma di gas. E di soldi. Ossia come farci arrivare i rifornimenti e come pagarli.
Di primo acchito nostro signore Vlad avrebbe detto che il gas russo, che l’Italia ciuccia – anche se il primo ciucciatore è la Germania – poteva pagarsi in euro. Sembrava essere una vittoria. Ma dopo 24 ore Putin, affetto da quelle schizofreniche manifestazioni di potere che prendono ai despoti, evidentemente ci ha ripensato, anzi è tornato sui suoi passi e ha imposto il pagamento del gas russo nella sua valuta. Ossia in rubli.
Voi sanzionate me. Io sanziono voi.
Machiavellico. Perfido. Tenace. Alcuni sono convinti che come era accaduto con i bond, che anche questa sia una minaccia poi smentita. Allora l’Unione Europea giustamente ha detto che non accettiamo i ricatti russi. E che non pagheremo in rubli. Pagare in rubli significherebbe infatti neutralizzare l’effetto delle sanzioni. E alla fine chi ci rimette siamo noi.
Nel mezzo si è inserita la trattativa tra Russia e Ucraina in Turchia. La Russia avrebbe detto di rinunciare a Kiev. E di ripiegare sul Donbass. Ma di fatto Usa e Unione Europea non si fidano. Tanto che Mosca ha anche pubblicato un decreto che arruola 134 mila giovani da oggi primo aprile al 15 luglio. Alla faccia che la guerra doveva finire il 9 maggio. Secondo il segretario generale Nato poi, la Russia si sta semplicemente riposizionando. Sta prendendo tempo. Finge di voler ripiegare sul Donbass ma di fatto accerchia la capitale. E continua a bombardare le città. Come Mariupol ridotta un lastrico di macerie. I corridoi umanitari che la Russia sta predisponendo non sono una gentile concessione dei colbacchi, ma è un modo per Putin per avere via libera nei combattimenti. Intanto se Putin chiude i rubinetti ci aspettano inverni non proprio caldi. “Non faremo opere di carità – ha detto – e in contratti in essere saranno interrotti”.
Ma come funziona il pagamento in rubli.
I compratori di gas da oggi dovranno aprire due conti speciali presso la Gazprombank, banca russa. Uno è un valuta straniera. Uno è in rubli.
Dopo di che verseranno il pagamento.
E a quel punto Gazprombank convertirà in rubli gli euro o i dollari.
In questo modo si fa figurare che il pagamento sia avvenuto in rubli, anche se di fatto è avvenuto in euro. Tutto risolto? Decreto salva faccia?
Può essere.
Ma di fatto i compratori saranno pedine dell’istituto di credito russo. Che in balia di Putin potrà decidere anche di lasciarci al freddo.

#sbetti

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