“Ma non avevi i capelli corti?”. “Sì. Ma sono cresciuti”. L’amico con cui mi incontro oggi al mare mi chiede se avevo i capelli corti.
È un amico di quelli del mare, di quando rimembri i bei tempi andati.
Io gli rispondo che sì, che sono cresciuti. Che ora ce li ho dalle spalle ma oggi li tenevo raccolti. Troppa sabbia. Troppo vento. Troppa voglia di tenerli intrappolati ancora per poi scioglierli di nuovo al rientro in città.
“E non erano neri?”. “Sì ma ora sono biondi”.
Il mio amico mi guarda con aria sbalordita.
“Ma quanto cambi?”
Ho sempre cambiato varie e spesse volte il colore e la lunghezza e la forma dei capelli. Passo dal corto al lungo, dal lungo al corto, dal moro al biondo, dal biondo al moro in un batter d’occhio.
Mi vedo bene con tutto. Non sto lì a pensare. Taglio, faccio, brigo, coloro, assaporo, mi ci immergo, se non piace cambio di nuovo. Adoro il cambiamento. Aiuta a sentirmi viva, presente, ad avere ben saldi i miei punti di riferimento quando tutto intorno cambia scorre ed evolve continuamente.
Ho avuto i capelli lunghi fino a sotto il sedere. Li ho tagliati a maschio col ciuffo corto davanti. Li ho fatti ricrescere. Li ho rispuntati, lavorati, trattati, curati, ho dato loro da bere, da mangiare, ho donato amore cura e attenzione. Sono stata in grado di passare dal corto al lungo, dal lungo al corto, in un batter di ciglia. Li ho tagliati da sola. Li ho fatti tagliare. Due volte me li hanno tagliati due amiche. Li ho tagliati col caschetto. Ho fatto il bob parigino. Li ho scalati. E tagliati di nuovo.
Ho avuto i capelli neri come il carbone, biondi come il sole, rossi come il fuoco, viola come le melanzane, blu e verdi come il mare. Li ho avuti lisci, ricci, mossi, con le trecce, i codini, le code. Li ho avuto dei colori pastello, il sottobosco, il marrone caldo d’inverno quando fuori fa freddo. Li ho visti impallidire per lo stress, accorciarsi durante il lockdown, li ho visti scottati e bruciati dal sole, attorcigliati e attorniati dal vento.
Lo faccio non a seconda delle relazioni sentimentali, di quando li tagliavo perché al liceo il moroso ti aveva lasciato.
Ma perché adoro sentirmi libera. Libera di scegliere. Libera di cambiare.
Allora oggi quando mi ha detto questo, mi sono sentita morire.
Ho pensato a tutte quelle donne che non hanno mai potuto e che non potranno tagliare i capelli perché soggiogate da una cultura che le rende schiave. Tutte quelle donne che non potranno farsi more bionde, rosse, castane, sfoggiare i propri colori, far vedere anche quello degli occhi.
Quando noi ci lamentiamo per le minchiate a me devasta pensare che una donna non possa fare quello che per noi è normale.

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