“Chissenefrega tanto muoiono i vecchi”

Noto con profondo disprezzo e dispiacere che come era accaduto ai tempi del Covid, non c’è rispetto per gli anziani. Quelli di cui si diceva: “chissenefrega tanto muoiono i vecchi”.
O quelli che si vorrebbe far passare per tali.
In questi giorni i social, dove si concentra la fogna quotidiana che ci rispecchia, vomitano schifezze e derisioni verso i cantanti più stagionati che, volente o nolente, in Italia e nel mondo hanno fatto la storia della musica.
Un esempio? Albano, classe 1943. Gianni Morandi, classe 1944. Massimo Ranieri, classe 1951.
Anna Oxa, classe 1961. Ornella Vanoni, classe 1934. Gino Paoli, classe 1934.
Eccetera. Eccetera. C’è un chicchirichì generale nel mondo sommerso del web che dileggia e berteggia personaggi che sempre si sono contraddistinti nel panorama canoro italiano e che hanno elevato il nostro Paese per le qualità artistiche.
Ora. A me sinceramente, ben vengano le nuove mode, ma a un Achille Lauro che si battezza il pisello sopra il palco dell’Ariston o un Fedez che “canta” attorniato da una piscina come a dire: “io sono io e voi siete un caz…”, preferisco di gran lunga il trio Albano Morandi e Ranieri che canta e fa ballare in piedi l’Ariston.
Nonostante alcune canzoni di Achille Lauro mi piacciano pure.
Anche perché non ho ben compreso cosa Fedez avesse voluto dire ieri con la sua più grande performance da santone dell’Ariston.
La musica non è più quella di una volta. Ora nei testi ci finiscono le mignotte. Ci finiscono versi come “qui non entrano le cesse, vedo il via vai qui si muovono le tette. Siete tr… ie, tr…ie, non fate le modeste. Guarda come c…. sono vestite queste�Si muovono le teste, si muovono le tette”.
Testi degni di una nota superiorità morale che incanta il pubblico più imbecille e non mi riferisco all’Ariston ma in generale.
Così come a un Blanco che lancia calci prendendosela con le rose, vittima di quel “ho avuto tutto dalla vita, nessuno mi ha mai detto no”, preferisco il duetto Renga – Nek o una Anna Oxa che perdonate ma a Miss Keta non ha niente da invidiare.
Al nuovo predicatore santone dell’Ariston che cantava: “Stupro la Moratti, mentre mi fa un bocchino”, continuo a preferire “perdere l’Amore” di quello che – secondo voi – dovrebbe cantare in casa di riposo.
Vi auguro una buona serata

sbetti