Soumahoro non sa cosa accade dentro casa sua, ma difende i braccianti in Parlamento

La triste parabola di Soumahoro, l’onorevole con gli stivali di gomma, il paladino degli oppressi, finisce qui.
In un pianto retorico anche abbastanza penoso che desta un certo imbarazzo.
Non è passato molto tempo da quando Soumahoro, il sindacalista dei diritti dei braccianti, dei migranti e degli ultimi, si è presentato davanti Montecitorio con gli stivali di gomma sporchi di fango e il pugno alzato. Che immagine riprovevole. Che immagine misera proprio. Nel senso spirituale del termine.
Ma detto questo, ecco, non è passato manco un mese che ce lo ritroviamo su tutti i media per una inchiesta che coinvolge sua suocera e sua moglie. Ordunque.
Il caso è scoppiato dopo che Gianfranco Cartisano, sindacalista della Uil Tucs ha fatto valere le vertenze di ben 26 lavoratori che reclamavano retribuzioni non corrisposte per 400 mila euro.
Ho letto sulla Verità, che è giunta in possesso delle chat tra i lavoratori e una delle tre figlie della suocera (la titolare appunto della coop accusata di sfruttare i migranti ), che addirittura questi pur di avere i soldi che spettavano loro, avrebbero dovuto produrre fatture false. Nel 2021, riporta il quotidiano, si parla di 2,5 milioni di incassi da clienti e di 227 mila euro ricevuti a fondo perduto per l’emergenza covid. Soldi che non si sa manco dove siano finiti, dato che ora nel mirino sono finite anche le spese personali della suocera del paladino dei braccianti.
Ah proposito.
Lui era quello che aveva stracciato i cartelloni da Conetta. Ve lo ricordate quel maxi hub con 1000 e passa extracomunitari ammassati come polli?
Lui era passato sopra quei numeri, stracciando i teli che reclamavano una normalità violata, ossia “Conetta 1500 profughi e 190 abitanti”. Questo era quel paesello a metà tra il padovano e il veneziano.
Infatti.
Oltre a tutti i traffici di denaro – non sono mai riuscita a capire come ogni volta che si indaga in queste cooperative talebane dell’accoglienza vengano sempre fuori cose losche – sono stati denunciati anche metodi diciamo poco ortodossi.
Dalle denunce dei lavoratori emerge una realtà fatta di fame e miseria. Condizioni pessime. Ai ragazzi non davano i soldi. Manco i vestiti. A mala pena il pigiama. La spesa non bastava. L’acqua era fredda. E i termosifoni non andavano.
La suocera di Soumahoro che oggi è indagata, che già risultava sotto indagine nel 2019 e che già era stata segnalata, pensate nel 2009, per indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato, venne premiata da tale nostra paladina delle assistenti parlamentari, Laura Boldrini, come “imprenditore dell’anno di origini straniere in Italia”.
Queste robe che piacciono tanto alla sinistra. Queste robe così stucchevoli da far venire i conati.
In quell’occasione, come in questa, la sinistra se n’era infischiata che questa fosse indagata, segnalata, ecc ecc, anzi la celebrarono come paladina dei diritti e della giustizia. Amen.
Ora nel ciclone è finita anche la moglie di Soumahoro che ha detto che lei è fuori da Karibu ma non è vero, essendo ancora dentro al Cda.
Il sindacalista con gli stivali di gomma domenica ha pubblicato un video piangendo gemendo facendo la vittima. “Mi volete morto, che vi ho fatto?”.
Con la voce rotta dal pianto ha esclamato: “Pensate di seppellirmi ma non mi seppellirete. Sono giorni che non dormo. Io non lotto solo per Aboubakar, non ho mai lottato per Aboubakar. Ho lottato per le persone che voi avete abbandonato. Mia moglie è attualmente disoccupata, è iscritta all’Inps, non possiede allo stato attuale nessuna cooperativa. Perché non parlate con lei?”.
Già perché non parliamo con lei?
Dato che non ci hai mai parlato nemmeno tu, non vedo perché dovremmo farlo noi. Soumahoro dice di essere all’oscuro di quanto accadesse nella coop nonostante oggi sia trapelato come gli accertamenti sulla coop di famiglia vadano avanti da mesi.
Ora, viene da chiedersi come il paladino degli ultimi, che non sa manco cosa accade in casa sua, possa essere in grado di rappresentare i braccianti nelle case degli altri.
Parlamento compreso.

sbetti