
Perché anziché ciarlare e intavolare squallide scatologie, dal greco skatós “cacca” e lògos “discorso”, non parliamo di quella cartiera nel Polesine che ha ricevuto una bolletta di 9 milioni di euro. Nove milioni capite.
Nove milioni.
Con gli stessi consumi dell’anno scorso.
Anzi l’anno scorso erano pure un pochino di più, solo che la bolletta non era di nove milioni per il mese di luglio ma di 2 milioni e 350.
In sei mesi 44 milioni, contro gli 11 del 2021.
Con questi costi conviene stare fermi.
E infatti per i mesi di luglio e agosto, La Cartiera del Polesine, ha dovuto stoppare le quattro linee produttive: troppo oneroso continuare.
Una società che dà lavoro a 180 dipendenti, e chissà quante famiglie, con 115 milioni di fatturato, con 350 mila tonnellate di carta lavorata.
I dipendenti diretti sono stati messi in ferie obbligate. Onde evitare di ricorrere alla cassa integrazione che tanto si sa, arriva con i tempi dello Stato, cioè mai.
Se lo Stato avanza soldi da te, tu glieli devi dare subito pena sanzioni more interessi.
Ma se sei tu che avanzi soldi dallo Stato campa cavallo che l’erba cresce. Uno fa in tempo a morire. Ad ogni modo.
La situazione per le imprese è allarmante. Ne avevo scritto ancora in tempi non sospetti, quando qualcuno mi diceva: “Impossibile”. E invece avevo ricevuto la notizia di una cartiera a Lucca a cui era giunta una bolletta di 1, 6 milioni di euro.
La Confesercenti l’altro giorno ha parlato di 90 mila imprese a rischio. Con 250 mila lavoratori che potrebbero rimanere a casa.
La Confcommercio addirittura parla di 120 mila realtà che potrebbero saltare. Il prezzo del gas è diventando insostenibile. E molti dopo le ferie stanno pensando addirittura di non riaprire. Qualcuno dovrebbe mettersi una mano sulla coscienza.
Ma mi raccomando continuate a frignare, a saltabeccare da un argomento all’altro e soprattutto a terrorizzarvi per i fascisti ormai morti e sepolti.
#sbetti