
Basterebbe aver studiato o studiare – si è sempre in tempo – diritto costituzionale.
Tra le ultime battaglie radical chic della Cheerleader de noantri, c’è quella secondo cui nei paesi governati dalla destra sarebbe praticamente impossibile abortire. Ora io non so sinceramente dove la Ferragni abbia preso queste informazioni, se tra un selfie, un gelato, o un vestito ultimo modello, e se forse non sapendo cosa dire abbia fatto quella sparata per sollevare una polemica da leggere sotto il solleone. Ma conosco le Marche e le cose stanno decisamente in modo diverso.
Insomma la Ferragni sostiene che nelle Marche, da quando governa il partito della Meloni, per le donne è diventato impossibile praticare l’ aborto. Ma la Ferragni non sa quel che dice. Siamo completamente fuori dai gangheri. Intanto quella legge che tutela l’aborto, la 194, è una legge dello Stato che non si tocca e non è che una regione domani mattina si sveglia e decide di non applicarla.
Basterebbe aver studiato un po’ di diritto costituzionale dato che se hai 27 milioni di followers almeno ti dovresti informare. Ci sono materie che non possono essere oggetto di una legislazione regionale, dicesi legislazione quella cosa per cui fanno le leggi, e manco concorrente – dicesi concorrente ossia quando la competenza è divisa tra stato e regioni – ma che sono di competenza esclusiva statale. Basterebbe studiare. E se non si ha la voglia o la capacità di affrontare certi argomenti, basterebbe leggere i dati.
I dati vengono dall’ultima relazione del ministro Speranza. Non da Mu’ammar Gheddafi. E dicono che sull’attuazione della 194 (dati 2020) risultano 1.351 interruzioni di gravidanza negli ospedali marchigiani su 9.326 nati vivi, quindi uno ogni sette bambini venuti al mondo a cui è stata tolta la luce. Ma non è questo il punto. Con una media di 3,7 aborti al giorno e un tasso di abortività di 4,5; quando la media nazionale è 5,4. Non solo. Tra i ginecologi marchigiani obiettori di coscienza la media è del 70% (media Italia: 64,6), mentre l’interruzione di gravidanza è disponibile nel 92,6% delle strutture sanitarie, contro un dato nazionale del 62%. Davvero la Ferragni non sa quel che dice.
Serenella Bettin