
Vi propongo qui la recensione di BookRider. Una fantastica triade di tre giovani professionisti che recensisce libri. E lo fa con dovizia di particolari, con abbondanza di prove, con ricchezza di argomenti. Dopo averli letti i libri, pagina dopo pagina, parola dopo parola.
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Qui alcuni passaggi della recensione del mio libro
“Aspettando che arrivi sera è un libro che apre a mille riflessioni, e fa parte di quei reportage giornalistici che aiutano a mettere seriamente in discussione la maggior parte delle nostre conoscenze. Su ogni argomento c’è la tendenza a parteggiare per una linea di pensiero o l’altra; in pochi decidono di entrare nel vivo per capire che la realtà è ben piĂą complessa di un titolo sensazionalistico o di un minimale comunicato ANSA”
“Serenella Bettin è una perla rara, una giornalista che non ha paura di sporcarsi le mani verificando e approfondendo ogni possibile anfratto delle realtĂ che esamina”
“Il testo è in forma diaristica, e seguiamo l’autrice nel suo lavoro: raccoglie testimonianze dirette, incrocia dati, esamina fonti e documenti, è sempre in movimento”.
“Scopriamo di giri loschi e poco chiari all’interno delle cooperative, dove le indagini sono sempre troppo lente”.
“Il caso di Conetta è al centro del reportage. Serenella Bettin riesce a trasmettere immagini come pochi”
“Ero arrivata a Conetta con il fotografo Lorenzo Porcile. […] Ricordo quei cancelli che si aprivano e si chiudevano come a scandire il tempo che lì dentro sembrava essersi fermato. E ricordo quel tonfo secco, ignobile, freddo, sotto quel sole cocente. E ricordo anche quel filo spinato che vibrava ogni qualvolta il cancello si chiudesse. Così come ricordo gli occhi di quegli immigrati, dentro a quel recinto, dove a noi era proibito entrare. Appena arrivati, ci erano venuti incontro. Poi siccome lì davanti non potevamo stare, allora noi eravamo andati sul retro e lì i profughi avevano iniziato a sfogarsi. A gettarci addosso tutte le loro frustrazioni e mancanze della prima linea di accoglienza italiana, di quella bieca e corrotta accoglienza, abbracciata dal filo spinato.”
“Leggendo le storie narrate dall’autrice, sono stato travolto da un senso di indignazione. Come lei stessa nel diciannovesimo capitolo, però, il giornalista deve fare proprio questo: denuncia, fa arrabbiare, indignare, riflettere. Dovrebbe far saltare il lettore dalla poltrona. Il lungo pezzo di cui sto parlando – che potrebbe essere un ottimo vademecum del perfetto giornalista –, termina con: “Non stancarti mai di trasmettere”. Missione riuscita”.
Ma per leggerla tutta 👉 https://bookrider.it/aspettando-che-arrivi-sera-serenella-bettin-recensione/
