Sono esausta. Ho il cuore in fiamme. Siamo in Italia. Sembra l’Africa

Andrea Mirabile con la mamma

Sono sfibrata. Ho il cuore in fiamme.
Oggi su Libero trovate il mio servizio sul bambino di sette anni e mezzo, morto a Frosinone perché “non c’erano ambulanze idonee e non si sono capiti manco con i defibrillatori”. E intanto il tempo è passato. E doveva fare il tampone.
Così mi ha detto chi è vicino alla famiglia.
Trovate tutto sul quotidiano. L’azienda sanitaria dice che era troppo grave per essere trasportato e che sono intervenuti tempestivamente.
Ci sono stata appresso a questa storia tutto il pomeriggio e più scrivevo più la rabbia aumentava. A ogni parola che mi veniva detta era una sensazione di schifo che mi avvolgeva.
Sono tre giorni che scrivo di bambini morti.
Non riesco nemmeno a condividere i pezzi perché mi sembra di mancare di rispetto alle famiglie. E non saprei cosa dire.
Il primo. Domenico Bandieramonte. Aveva solo 4 anni e mezzo. Era di Lampedusa. Il 29 giugno scorso si era sentito male. Aveva vomito. Un normale virus intestinale pareva. La madre Ambra Cucina qualche giorno dopo aveva lanciato un appello disperato in Facebook. Che a vederla era uno strazio. “Ho bisogno di qualcuno che senta la mia voce, ho bisogno di dottori, di specialisti. Da sola non ce la faccio”. In ospedale i genitori avevano atteso 4 ore. E pare che trasportato a Catania abbia contratto un batterio. Mercoledì scorso Domenico è morto.
Andrea Mirabile poi. Sei anni. Di Palermo. Morto mentre si trovava in vacanza con i propri genitori. All’inizio si credeva che la causa della morte fosse una intossicazione alimentare ma venerdì le carte in tavola sono cambiate e si sospetta una intossicazione ambientale o da contatto. La famiglia era volata a Sharm el-Sheik in un resort il 26 giugno. Ma il primo luglio la coppia, insieme al figlioletto, dopo aver cenato al ristorante del resort con menù alla carta, ha iniziato a stare male. Vomito. Nausea.
Andrea è stato portato in quella che in quei Paesi viene definita clinica. Che non è altro che un ricovero attrezzi dove dentro ci finiscono flebo cassette del pronto soccorso. Dove i medici e gli infermieri vanno e vengono.
Dopo tre giorni il piccolo Andrea è morto. La madre Rosalia Manosperti aveva lanciato un appello drammatico. “Sono Rosalia Manosperti – aveva detto – è da sabato che sono ricoverata insieme a mio marito nell’ospedale di Sharm el-Sheikh, dove abbiamo perso anche nostro figlio di sei anni. Io chiedo a tutte le istituzioni competenti di attivarsi affinché ci riportino in Italia prima possibile con un volo di linea speciale”.
Ieri a Palermo è stato lutto cittadino deciso dal sindaco Roberto Lagalla.
E ora lui. Nicolò. Quello che mi hanno raccontato gli avvocati è agghiacciante.
Come quella bimba, Ginevra Soressa di cui avevo scritto a gennaio. Ancora conservo quel ricordo di quella foto di quella bimba bellissima e arzilla.
Due anni. Trasferita da Crotone a Catanzaro e da Catanzaro a Roma, fino a che è morta.
Morta perché mancavano le terapie intensive. Morta perché ormai era troppo tardi.
Viaggi chilometrici. Perdite di tempo. Rispetto rigoroso maniacale dei protocolli. Siamo in Italia. Nel 2022.
Sembra l’Africa.

sbetti

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...