Genitori vestiti peggio dei figli. Nell’era dell’inconcepibile accadono cose assurde

Il mio pezzo su La Ragione

Nell’era dell’inconcepibile, quella dove accadono cose assurde che diventano normali, succede anche che i genitori si svestano più dei figli. Nella ridda quotidiana di improvvise cadute di stile e assenze di decoro, capita di imbattersi in una bolgia di corpi seminudi che desta un certo imbarazzo. Via il codice etico. Via quello comportamentale. Via il rispetto. Via i valori. Ma soprattutto via i vestiti. Pericolose orge di cambiamento che sfociano nel ridicolo. Al punto che i presidi sono costretti a dover emanare circolari per ricordare che a scuola, nel caso in cui qualcuno l’avesse dimenticato, si va vestiti.

A Treviso la dirigente del liceo Canova ha invitato: “gli studenti e le studentesse a indossare un abbigliamento adeguato e consono all’ambiente scolastico”. Qualcuno la chiama la guerra agli shorts. Ma non c’è nessuna guerra. Si tratta di riportare il buon senso nei binari. A Lecce la preside dello scientifico Banzi, Antonella Manca, ha vietato abiti succinti di qualsiasi foggia e scollature, così come top, minigonne, anche i bermuda per i ragazzi. Rammentando a studenti e genitori che: insomma! “la scuola  è un ambiente educativo, un luogo istituzionale che merita rispetto”. Ok è estate ma in aula non si viene vestiti come si va al mare.  Come erano decorosi i tempi in cui ci si alzava in piedi quando entrava il professore e se avevi la canottiera manco ti facevano entrare. Nasciamo nudi. 

Ma non viviamo soli. 

Oggi vedi queste ragazzine svestite come signorine, che indossano top sotto il seno, scollature vertiginose da far ubriacare maschi in via di sviluppo, minigonne inguinali o jeans strappati dove le chiappe appaiono in tutto il suo splendore (quando c’è).  Soprattutto se anche i maschi possono indossare la gonna. A Milano Martino Mora, professore del liceo Bottoni, si era rifiutato di far lezione ai maschi travestiti per la giornata contro la violenza sulla donna. Conclusione la preside gli ha tolto una classe, passando il messaggio che i giovani possono andare a scuola con le chiappe al vento e chi tenta di riportare il decoro è un perfetto antenato granitico rozzo convinto delle sue posizioni indossolubili. 

Ma i peggiori sono alcuni genitori. Madri che parcheggiano i suv dei mariti davanti le scuole, scendono dalle auto con tacchi vertiginosi e orribili anfibi da carpentiere, minigonne ascellari, top al capezzolo e capelli rosa fucsia verdi. Una l’altro giorno indossava un paio di scarpe spaiato. Una rossa. Una verde. Si usa così adesso. Padri che fanno cerette. Sopracciglia. Indossano camicie sottovuoto e pantaloni sempre più stretti. Giunti a questo punto appare evidente come manchi il decoro. L’amore per se stessi.  Siamo veramente sicuri di volere vivere in un Paese affollato da donne seminude e maschi con il push up nei glutei? Io no. 

Serenella Bettin

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