
Mi ha colpito questa storia. Perché è la storia di un figlio che vuole portare avanti la tradizione del padre. E la storia di un padre che ha sempre lavorato.
Il padre si chiama Lorenzo Barzan, 85 anni.
Di professione: agricoltore.
A dicembre dell’anno scorso, durante il periodo natalizio si ammala e la malattia, seppure temporanea, gli impedisce di andare nei campi.
Siamo a Moniego in provincia di Venezia.
Lorenzo chiede aiuto al figlio. Andrea Barzan. Ma Andrea fa completamente un altro lavoro.
Non capisce nulla di radicchio, punte, arnesi per lavare, pulire, imbiancare. E decide di farsi aiutare da due amici.
È un sabato pomeriggio di un freddo inverno e mentre raccoglie e lava il radicchio quasi gli dispiace. Quasi gli dispiace che una volta finito tutto, una volta che inizia qualcosa di nuovo, finisca anche quello. E così pensa a come fare per continuare l’attività del babbo.
Un mestiere antico nella sua famiglia. Portato avanti dal padre. Che ha imparato dal nonno.
L’idea gli viene sotto Natale.
Un amico gli regala una bottiglia di gin al sedano.
E lì gli viene l’illuminazione: creare un gin al radicchio.
Contatta un distillatore ma le risposte non lasciano presagire nulla di buono. “No, impossibile – gli dice – il radicchio contiene troppa acqua, quando vado a essiccarlo, prima di distillarlo non viene niente”. Invece. Tempo 4 giorni e il distillatore torna con i campioni pronti. Uno ottenuto distillando solo la radice. Uno solo la foglia. E un terzo con radice e foglia. Alla fine scelgono quest’ultimo. E nasce il Barzangin.
L’etichetta ha i valori della famiglia.
L’accoglienza e la libertà.
“I miei hanno sempre accolto tutti in casa – mi dice Andrea – c’è sempre un pasto caldo per qualcuno. E poi la libertà, mio padre ci ha sempre lasciati liberi di inseguire i nostri sogni”.
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Il post è stato ripreso anche dal presidente del Veneto Luca Zaia