“Accusata di violenza sessuale. Io in carcere da innocente”

Sono andata a Torino a conoscere questa donna. Anna Maria Manna.

Sono arrivata a lei per caso. Leggendo una riga dell’avvocato Iuri Maria Prado. Ho chiesto chi fosse. Come si chiamasse. Dove si trovasse. Quale fosse la sua storia. Così ho preso e l’ho raggiunta. Quando ci siamo trovate, una delle prime cose che mi ha detto è stata questa: “Uno pensa che queste cose non accadono e invece accadono. Oggi capita a me e domani?

Domani Anna Maria Manna potreste essere voi.

Anna venne arrestata la notte del 25 maggio del 2000. I carabinieri andarono a prendersela a casa. L’accusa, una delle più gravi: “pedofilia”. Alcuni bambini avevano raccontato alle maestre che erano stati costretti a partecipare a dei festini a sfondo sessuale.
Lei venne ingiustamente accusata per uno scambio di foto.
In un fascicolo preparato dai carabinieri ai fini delle indagini finì anche la sua che nulla c’entrava con l’inchiesta.
Anna aveva 35 anni. E la foto che i militari usarono era di 17 anni prima. Una istantanea presa dall’ anagrafe che Anna aveva sulla carta d’identità oramai scaduta.
Anna si sentì morire. In carcere comincia a lasciarsi andare. A non mangiare più. A non dormire. A perdere peso. Comincia a non trovare più un brandello di vita che la faccia sentire viva. La sua poi è una buona famiglia. Lontana da accuse così infamanti. Anna prova a spiegare le sue ragioni. Prova a cercare di far capire che è un errore. Ma nessuno la ascolta. E lei non sa quando finirà.
In carcere il tempo non passa mai. Diventa un’agonia. Qualcosa che ti strozza. “Lì dentro morivo ogni giorno”, mi ha detto. Il suo avvocato tenta in tutti i modi di tirarla fuori ma l’incidente probatorio si svolge a 4 mesi dall’arresto. Anna che era finita in isolamento e poi trasferita al carcere di Taranto, intanto era stata messa ai domiciliari. Quando ai bambini viene mostrata la foto, nessuno la riconosce. Anzi alcune trascrizioni vennero trascritte male al solo scopo di aggravare la posizione delle indagate.
Ieri mentre camminavano sul lungofiume del Po, mi ha detto: “devono stare attenti – riferendosi ai giudici – perché hanno in mano le vite degli altri e le rovinano le vite. Le rovinano”.
Lei quel trauma non l’ha mai superato.
Considera ancora la sua vita spezzata in due.
Prima della prigione. E dopo…

Il mio servizio è andato in onda mercoledì sera, 8 giugno 2022, su Controcorrente Rete4.

👉 https://mediasetinfinity.mediaset.it/video/controcorrente/innocente-incarcerata-per-uno-scambio-di-foto_F311547501023C15


Il suo avvocato Rosario Pompeo Orlando ha scritto un libro sulla sua vicenda. Lo vedete nel servizio. Edito Benedetto Valentino Lattanzi Maimone di errorigiudiziari.com

👉 https://www.errorigiudiziari.com

sbetti

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