Di Maio inqualificabile. Certi interventi vanno bene quando il sedere è il suo. Non il nostro

Signori questo è il capo della diplomazia italiana che gestisce i nostri rapporti internazionali sull’orlo di una terza Guerra Mondiale. Me cojoni.
A DiMartedì Di Maio, al conduttore che chiedeva quale via d’uscita venga lasciata a Putin dopo la presa di posizione ferma dell’Unione Europea, Luigi Di Maio come in preda al delirio infantile ha risposto: “Penso che tra Putin e qualsiasi animale c’è un abisso, e quello atroce è lui”.
A Giovanni Floris poi, che dosa sempre bene le parole gli devono essere venuti i capelli bianchi tutto d’un botto. Lui gli aveva semplicemente chiesto: “In Italia un proverbio popolare dice che quando picchi il cane devi lasciarti la porta della stalla aperta, perché devi dargli la possibilità di scappare, quale possibilità viene offerta a Putin?”.
Ma la gente che incontro al bar al mattino parla meglio. Stamattina ce ne stava uno che per una vita ha messo pavimenti e ha fatto un discorso che era sublime sentirlo. In italiano corretto. Collegando le parola. Dando loro un senso.
In Italia invece abbiamo Di Maio che manco al bar andrebbe bene a gestire rapporti. Anche perché non si capisce bene cosa voglia dire. Cioè che è sta roba che non vuol dire niente.
Gli Esteri sono roba seria. Già il ministro degli Esteri russo gli ha detto che la diplomazia non si fa andando in villeggiatura ad assaggiare piatti esotici. Come farci prendere per i fondelli dai russi.
In questo conflitto la situazione è delicata.
Il tavolo rischia di cadere da un momento all’altro. È così talmente fragile che basterebbe una folata di vento. Ma questo è il problema dell’Italia.
Aver messo dei dilettanti al Governo, credendo che ce la saremmo sempre cavata.
Questo ovviamente va bene, quando il culo è quello di Maio, quando è anche il nostro, se mi permettete da cittadina avrei qualche problema.

#sbetti

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