
Ma che avrà mai questa sinistra che vede il fascismo – morto e sepolto – ovunque, dove per di più c’è solo goliardia. E questa volta la sinistra l’ha pestata bella grossa. Praticamente è accaduto che a Verona qualcuno abbia diffuso dei volantini con scritto “Arcobaleno Nero, la prima palestra di Fascismo a Verona. Perché una palestra? Perché il Fascismo è lo sport completo”. E poi ancora “Siamo un gruppo di giovani italiani di ogni età, apolitici e apartitici. A Verona mancano gli spazi aggregativi per i giovani militanti disallineati dall’ideologia dominante. A ciò noi diciamo no, e questo luogo che mancava oggi lo andiamo a creare. Abbiamo un’idea. E la difenderemo. Contro l’integrazione dello straniero noi propugniamo la disintegrazione”. Nel volantino c’è anche l’immagine di Mussolini, ma la cosa non dovrebbe destare scalpore, dato che nelle edicole vendono i calendari 2022, la monografia illustrata n.15 di Benito Mussolini, con tanto di mezzo busto in copertina. Al che potete immaginare. Alla notizia dei volantini la sinistra che si indigna. L’arrivo della Digos; la Cia, l’Esercito tra poco. Era accaduto anche qualche anno fa. Estate 2017. Repubblica aveva pubblicato una maxi inchiesta, una di quelle da leggere sotto l’ombrellone, che riguardava una spiaggia di Chioggia, a detta loro fascista. Anche qui erano scattati i controlli. Le sanzioni. Quando invece ci sono di mezzo gli stupratori immigrati la colpa è degli italiani. Il maschio occidentale. Bruto. Rozzo. Misogino. Noi che non facciamo prevenzione nelle scuole. Paolo Berizzi su Repubblica giovedì scorso, cadendo nel tranello, ha titolato una delle sue Pietre. E su Twitter ha scritto: “La prima palestra di fascismo a Verona. 1922? No, 2022”. Ignaro che l’autore del volantino, che al quotidiano locale L’Arena si dichiara addirittura antifascista, ha chiarito che l’ha fatto non a favore del fascismo, ma contro. I fogli A5 erano 200 infilati nelle cassette delle poste di Borgo Trento. “Sono io l’autore ma era una provocazione contro il fascismo”. Toh. E adesso? Cioè la sua voleva essere una sorta di denuncia e la sinistra c’ha visto la propaganda. Imbarazzante.“È un modo sghembo – ha detto – di esprimere il disagio che provo alla presenza di formazioni neofasciste con sede in città”. Tanto che il sindaco Federico Sboarina è intervenuto: “Non vorrei fosse una strumentalizzazione per gettare il solito discredito”. E infatti. La sinistra veronese non c’ha pensato due volte. Ha montato la gogna. “La sinistra aveva subito cavalcato l’onda per gridare al pericolo fascista”, ha scritto ieri la Lega di Verona. “Ma evidentemente è andata a schiantarsi contro gli scogli: pur di fare campagna elettorale non ha esitato a gettare fango ancora una volta contro un’intera città”. Il parlamentare Vito Comencini ha chiesto al candidato sindaco del centrosinistra Damiano Tommasi, che non ricorda nemmeno se ha votato Luca Zaia o meno, di prendere le distanze da questo “becero modo di fare campagna elettorale”. “La banale ipocrisia della sinistra che nuoce gravemente ai veronesi – ha detto il consigliere leghista Andrea Bacciga – Il volantino era una bufala”. “Sa tanto di notizia fasulla – aveva scritto nei social – ma i rappresentanti della sinistra veronese hanno voluto subito cavalcare l’onda. Povera sinistra, lontana dalla gente e dai lavoratori, sempre più aggrappata a battaglie inutili e anacronistiche”. Lui insomma già ci aveva sentito puzza di bruciato. Ma la sinistra è caduta. Dalla padella. Alla brace. Dalla padella. Alla brace.
Serenella Bettin

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