Non sempre c’è un colpevole

Noto che ogni volta che accade un incidente sul lavoro, dopo un po’, in un lento stillicidio, se ne susseguono altri.
Cominciano per una settimana. Poi si fermano. Poi riappaiono. Ovviamente quando accadono tutti tornano a parlare di incidenti e sicurezza dei lavoratori. Un po’ come la giornata della violenza contro la donna. I sindaci si mettono le scarpette rosse, postano qualche foto su Facebook, poi passato il santo passa anche il miracolo.
Lorenzo Parelli è morto venerdì 21 gennaio in una azienda di Lauzacco in provincia di Udine.
Gli è caduta addosso una putrella, una trave e per lui non c’è stato nulla da fare. La putrella lo ha schiacciato.
Lorenzo era uno di quei giovani, 4 su 10, che si impegnano; e lui aveva deciso di non rimanere a poltrire tra i banchi in questa odissea di dad e quarantene, o peggio a finire un domani tra gli elenchi dei redditi senza lavorare – anche perché probabilmente per lo stage non era manco pagato – e così ansioso di imparare, era finito a fare ore di tirocinio in fabbrica.
Lorenzo era uno di quelli che aveva deciso di prendere a morsi la vita, aggiungendo alla teoria la pratica, pratica sempre più sconosciuta dato che tutti parlano e nessuno fa.
Quello era il suo ultimo giorno di stage.
Il giorno dopo altri due incidenti ci sono stati sul lavoro.
Uno a pochi chilometri da Roma dove un uomo di 64 anni è precipitato dal tetto di una cella frigorifera in allestimento. E un altro alla Silca di Busano (Torino), storica azienda di stampaggio. Qui un operaio che stava lavorando a una sabbiatrice ha perso la vita.
Ora il datore di lavoro dove faceva lo stage Lorenzo, è indagato per omicidio colposo. E i carabinieri insieme agli ispettori dell’Ulss stanno facendo dei controlli per verificare se ci siano responsabilità. Il segretario della Cisl ha detto che lo stage in un’azienda dovrebbe garantire il futuro a un giovane, non condurlo alla morte.
Però esistono anche delle fatalità, degli incidenti appunto. E non è sempre colpa del datore di lavoro o degli imprenditori. Dato che girando spesso per le aziende vedo le più totali misure di sicurezza.
Non sempre per queste tragedie c’è un colpevole. Molte hanno a che fare con mestieri pericolosi. Manuali. Macchinari pesanti.
I tempi sono cambiati. Non credo ci siano molti datori di lavoro pronti a rischiare per non aver fatto tutto quello che era possibile fare.
Senza polemica.

#sbetti

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