
Ma dove sono le femministe tutte? Dove?
Dove sono? Dov’è quella che si era cambiata l’A di assessore sulla porta? Dove? Che ha da dire qui nel suo comune? Dove sono quelle che starnazzano quando non serve?
L’ultimo dell’anno a Milano tre giovani ragazze, ma potrebbero essere molte di più, sono state aggredite dal branco. Anzi si parla di cinque aggressioni.
In un primo video diffuso in rete, mentre l’assessore Marco Granelli e il sindaco Beppe Sala twittavano e postavano che Milano è una città sicura, della serie qui tutto bene, tanta gente, tanti spari, ma problemi manco l’ombra, si vede una ragazza con un giubbotto rosso, poi scopriremo di 19 anni, accerchiata dal branco. Un gruppo di ragazzi le si para accanto. E inizia a palpeggiarla e a toccarla tutta. La circondano. Le mettono le mani addosso. Poi tentano di strapparle il maglione. Se guardate il video si sentono questi energumeni dire: “oh la ragazza oh! Oh la ragazza oh!”. Come a dire. Prendete la ragazza.
Niente a che fare con la palpatina sul sedere di Greta che ha fatto indignare semplicemente perché non ci sono le palle per affrontare le situazioni serie.
Nel secondo video invece spuntato in rete il giorno dopo si vedono due ragazze forse pure minorenni, circondate da un gruppo di immigrati. Le giovani vengono spinte. Toccate. Piangono. Chiedono aiuto. Implorano basta. Vengono spintonate e spinte a terra. Anche qui niente a che vedere con la manata sul sedere di Greta. Ma mi stupisco soprattutto delle donne che, riversando il loro odio su Facebook, non si erano trattenute dal commentare la manata e offendere il palpatore. Per queste ragazze invece nemmeno una parola. Come per quella violentata sul treno lungo la linea Milano Varese.
Invece la palpata, siccome era un padre di famiglia e si sa che la sinistra con i problemi veri della gente non ha niente a che vedere, ecco allora lì tutti a levarsi la pelle per una pacca che se non era in diretta si sarebbe esaurita con un: “cornuto, testa di minchia, non ti permettere mai più”.
Peggio mi sento per quella Gaia Romani, come si chiama, assessorE a Milano anche, che aveva postato la foto carina per instagrammare assessora sulla porta. Ma degli episodi di violenza nella sua città manco l’ombra. Tanto chi minchia se ne frega. Anzi se qui dico qualcosa sono troppo politicamente scorretta.
Per i fatti di Milano quindi nessuno accenno. Come sono codardi. Come sono codarde queste femministe che si risvegliano quando c’è da andare addosso agli italiani.
Perché il problema dinanzi a questi fatti comunque, ha pontificato qualcuno col cervello stuprato dal politicamente corretto, è la concezione che il maschio ha della donna.
Cioè bisogna partire dalle scuole hanno detto quelli del Pd. Per fare cosa non si sa.
Ma qui cari miei, qui non c’entra niente la cultura occidentale. E le menate di come l’uomo concepisce la donna e via discorrendo.
Qui il problema è che stiamo importando migliaia di clandestini, tanto cari a quelli che gli italiani non fanno figli, che pretendono di impostare qui i loro valori e usi e costumi. Il taharrush jamai è pratica assolutamente conosciuta nei paesi arabi. Significa molestia collettiva.
E in tutta questa bolgia di gente disumana, i governi di sinistra hanno sempre piegato il culo a novanta così da prenderlo nel sedere ancora meglio. La politica poi ora non ha tempo. Ha altre cose da seguire che questi problemi e così ci riempiamo di clandestini immigrati marocchini tunisini bengalesi e via dicendo.
Di questi solo una minima parte vuole lavorare. Basta andare nelle stazioni. A Trieste che frequento, o a Padova; a Roma. A Milano. A Treviso. A Trieste si chiamano tutti Alì e se vedono che sei femmina ti prendono per il culo. A Milano non ne parliamo. A Padova dove il sindaco di sinistra ha detto “bene che ci sia la delinquenza così le forze dell’ordine lavorano”, c’è gente che passa il proprio tempo a bivaccare sbevazzare vomitare per terra, imbottirsi di pastiglie e vendere cocaina e marijuana, ma alla sinistra e alle femministe questo non interessa.
Visto che siamo così bravi a farci calpestare tutto, tanto che quando sono arrivati i ministri iraniani abbiamo coperto perfino le tette per non indurre in tentazione. Siamo molto bravi a coprire e rinnegare i diritti, frutto di conquiste secolari volute dai nostri padri e nonni e bisnonni di cui ci ricordiamo solo quando ci fa comodo.
Nel frattempo i tunisini e compagnia cantante vengono qui. Molestano le donne. Le femministe tutte zitte. Nessuno dice niente. Questi chi li prende. E noi mi raccomando calate anche le braghe che il buco si vede meglio.
Vi auguro una buonanotte
#sbetti



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