Niccolò Ciatti

Triste la narrazione di questo Paese che vede la gente per bene andare in carcere e i criminali restare fuori.
La Magistratura italiana andrebbe buttata giù e riformata dalla testa ai piedi.
Praticamente è accaduto che i giudici della Corte d’Appello di Roma abbiano liberato Rassoul Bissoultanov.
Rassoul Bissoltanov per chi non lo sapesse, è il ceceno che il 12 agosto 2017, a Lloret de Mar, in Costa Brava, ammazzò a calci il nostro connazionale Niccolò Ciatti.
Niccolò Ciatti aveva 22 anni. Era di Scandicci in provincia di Firenze.
Era lì in vacanza ma il fato volle che si trovò nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Fuori da una discoteca infatti Niccolò Ciatti trovò la morte per mano di un energumeno, di professione combattente, addestrato a uccidere. Il ceceno lo colpì senza motivo, ammesso ci sia un motivo per colpire qualcuno. Ammazzandolo di calci.
Quando ebbe “finito” le telecamere lo immortalarono mentre si puliva le scarpe sulla testa piena zeppa di sangue del ragazzo italiano. Estradato in Italia doveva essere giudicato per omicidio volontario il prossimo 18 gennaio. Ma siccome c’è un vizio procedurale. Quello che le toghe chiamano vizio di forma e ci si puliscono le bave e si fanno tutte le seghe mentali della miseria, ecco i giudici lo hanno rilasciato. Libero.
Il che significa che abbiamo un assassino anche piuttosto pericoloso e spietato in giro per il Paese tranquillamente libero di andarsene dove vuole. La follia del sistema. Lo sfascio totale. Il crollo delle istituzioni. La morte della giustizia. Lo stupro della fiducia. Il padre Luigi Ciatti ha scritto a Mattarella.
C’è infatti il rischio che il ceceno se ne possa andare dall’Italia – cosa assai probabile, dato che espatriamo gli assassini che ci servono e ci teniamo i rozzi che non ci servono – e che quindi la prossima udienza si svolga in contumacia.
Ma i giudici sono fiduciosi. Di sicuro uno che ha ammazzato un ragazzo a calci pulendosi le scarpe piene di sangue sulla testa sfracellata al suolo di un giovane 22 enne, si presenterà dinanzi alla corte pronto a espiare le proprie colpe.
Mi viene in mente quando anni fa a Padova liberarono 5 migranti violenti dal centro di accoglienza. Quando andai dalle istituzioni a chiedere che fine avessero fatto questi, mi risposero che avevano un numero di cellulare e che bastava chiamarli.
Infatti. Cellulari staccati. E i cinque dispersi.
Gli uomini non imparano mai. Nemmeno dai propri errori.

#sbetti


Scopri di più da Sbetti

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.